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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Impresa trevigiane, crolla la fiducia e volano i prezzi dei fornitori: timori per l'autunno

Indagine dell'osservatorio congiunturale di Ascom del secondo trimestre. Nella prima primavera senza restrizioni sarebbero in crescita ricavi e numero di clienti. Giro d'Italia a Treviso: solo per il 36% degli intervistati c'è stato un aumento di ricavi

Giunge al terzo Report l’Osservatorio congiunturale della Confcommercio Provinciale e di Banca Prealpi SanBiagio. Il Report, realizzato dall’ Istituto nazionale di ricerche Format Research, diretto da Pierluigi Ascani, ad un anno-data dalla ripartenza ufficiale post emergenza indaga il sentiment degli imprenditori nel trimestre primaverile, cerca di delineare lo scenario previsionale per l’autunno e quantifica le modalità di accesso al credito delle imprese. Questa edizione presenta una breve incursione sull’indotto creato dalla tappa trevigiana del Giro d’Italia, che ad aprile ha posto il nostro territorio sotto i riflettori. In totale, lo scenario restituito da Format Research propone i risultati di 800 interviste condotte con colloqui approfonditi e questionari diretti (solo per il tema della microcriminalità sono state effettuate ulteriori 166 interviste rivolte a imprese associate).

I PRINCIPALI SCENARI: QUALCHE PERCENTUALE

Aumenta, nel primo semestre, sia pure lievemente, la fiducia delle imprese del terziario, anche se “pesano” le preoccupazioni per l’aumento dei costi delle forniture ed i rincari energetici. Per settembre l’indicatore sull’andamento della propria attività cala di 1 punto e passa da 46 a 45. L’indicatore sull’occupazione è pari a 42, mentre è in caduta libera quello relativo ai prezzi praticati dai fornitori: 9 su una scala da 0% a +100%.

La primavera ha sicuramente, almeno per il 35% delle imprese, prodotto effetti positivi, con un aumento medio dei ricavi del 17% rispetto all’anno precedente (con impennate nel settore della ricezione turistica + 38%, +20% nella ristorazione, + 22% nei trasporti e nella logistica). A chi chiedeva quale impatto avesse provocato la tappa trevigiana del Giro d’Italia, che ha posto la Marca trevigiana sotto i riflettori internazionali rispetto alle imprese dell’indotto, l’indagine risponde che solo il 36% delle imprese ha visto aumentare i propri fatturati, con un aumento medio in termini di numero di clienti (e di ricavi) pari al 29,7%. L’andamento delle aperture e delle chiusure presenta lievi scostamenti: nel primo trimestre 2022 hanno chiuso 847 imprese, nello stesso periodo dell’anno scorso erano 791 (+7%). Tre le nuove nate questo trimestre registra un calo del 13% rispetto allo stesso periodo del 2021: 448 contro 517.

Diminuisce la percentuale delle imprese che hanno chiesto credito nel secondo trimestre. L’80% ha visto accogliere interamente la propria domanda di credito. Solo il 6% delle imprese ha visto rifiutare la propria domanda di credito. Il 57% delle imprese ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, il 26% per effettuare investimenti e il 17% per ristrutturare un debito. In progressivo peggioramento la capacità delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi di Treviso di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario (l’indicatore che era pari a 42 nel I trimestre, ora si attesta al 40 con un outlook ancora in calo in vista di settembre 2022).

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«A livello generale, considerata la complessità del contesto e le tante criticità, non stupisce la leggera flessione prevista per settembre -ha commentato Dania Sartorato, presidente provinciale unione Confcommercio- Un anno fa, l’attesa media di uscita dalla crisi si attestava sui 18 mesi: ora stiamo assistendo ad una dilatazione dei tempi, molto coerente con questo difficile post pandemia. Cadute le restrizioni, è arrivata la guerra e, con essa, i rincari, gli aumenti dei prezzi dei fornitori. Tanti “cigni neri” che mettono a dura prova le nostre imprese che tutto sommato si dimostrano essere resilienti e ancora capaci di nuovi investimenti. Pesa sicuramente il persistere dei contagi, pur con effetti lievi sulla salute: logora il clima di fiducia e penalizza gli acquisti. Di fatto, abbiamo trasformato il virus in un processo endemico ma non ne siamo completamente fuori. Occorre un nuovo patto con la Politica perché le sfide all’orizzonte sono molte: la ripresa non si costruisce solo con le pur importanti riforme, i bandi, i progetti, il PNRR, ma anche con prove di stabilità e rigore e che invece non sta rassicurando. Occorre coraggio per cambiare il mondo del lavoro: serve defiscalizzare e ridurre il cuneo fiscale, ma anche avviare nuovi percorsi di studio e di reclutamento di risorse. Il futuro del terziario dipenderà dalla capacità di rendere attrattivi interi settori e di essere in grado di formare le nuove competenze. Su digitale, turismo, accoglienza siamo ancora molto distanti ed il gap si sente ovunque».

«Il terzo report dell’Osservatorio Congiunturale dell’Unione Provinciale Confcommercio -dice Francesco Piccin di banca Prealpi SanBiagio- ci restituisce una fotografia molto chiara della fase complicata che gli operatori e le imprese del settore terziario trevigiano stanno attraversando. Da quest’ultima analisi emergono elementi positivi, come la stabilità degli indicatori relativi ai ricavi e all’occupazione; d’altro canto aumenta però la preoccupazione degli imprenditori per l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, i cui effetti si sono già riflessi sulle aspettative per il prossimo trimestre. Per quanto riguarda il credito, i dati mostrano come il sistema bancario continui a fare la propria parte nel sostenere il settore, con l’80% delle imprese che hanno ottenuto interamente il credito richiesto: un’ottima percentuale che tuttavia cela anche segnali da prendere in adeguata considerazione, considerando che il 17% delle aziende hanno presentato richiesta di credito per ristrutturare il proprio debito. Quale banca cooperativa, vicina alle esigenze del territorio e delle comunità in cui operiamo, continueremo a sostenere gli imprenditori del settore e a supportarli in questa fase economica delicata».
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