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Economia

Treviso leader nella produzione dei funghi, ma mancano le tutele

Coldiretti chiede alla Commissione Europea di smascherare i furbetti. Nella Marca si coltiva circa il 35% della produzione nazionale, il 50% in Veneto

TREVISO “Il fungo made in Treviso va tutelato ed i consumatori devono sapere la provenienza dei funghi coltivati perché il rischio è comprare prodotti coltivati senza regole con l’aggiunta di conservanti discutibili per poter sostenere lunghi viaggi che io personalmente non vorrei mai mangiare”. Walter Feltrin, presidente di Coldiretti Treviso, ha le idee chiare e plude all’iniziativa di Coldiretti Nazionale che si è rivolta a Bruxelles per una tutela più precisa e determinata. Del resto per Coldiretti Treviso il tema è di grande importanza. La marca trevigiana è leader nazionale con un terzo della produzione italiana di funghi coltivati per circa 250 mila quintali all’anno. Il veneto ne coltiva il 50 % del Bel Paese.

I funghi venduti freschi devono, quindi, riportare obbligatoriamente in etichetta o su appositi cartellini il luogo di raccolta o coltivazione, per evitare che prodotti stranieri vengano spacciati per italiani come purtroppo spesso è avvenuto fino ad ora. Come detto lo afferma Coldiretti nel rendere noti i contenuti della risposta ufficiale della Commissione Europea ad un quesito sollecitato dalla stessa Organizzazione per smascherare pericolose furbizie nel commercio di prodotti simbolo del Made in Italy. “La Commissione Europea - sottolinea Antonio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso – ha chiarito che le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l'indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei”.

Finalmente sarà possibile sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. L’obbligo di etichettatura di origine mette chiarezza in un settore in cui - sottolinea la Coldiretti - nel 2016 sono stati importati in Italia oltre 7 milioni di chilogrammi tra funghi e tartufi freschi, dei quali 2,5 milioni di chili arrivano dalla Polonia e oltre 2 milioni dalla Romania, per un valore complessivo di 41 milioni di euro.

La prossima battaglia riguarda i prodotti trasformati dove purtroppo – Walter Feltrin – c’e’ ancora poca trasparenza e quindi è urgente un intervento legislativo chiarificatore. Sono infatti notevolissimi i volumi di prodotti importati destinati alla trasformazione (oltre 1,3 milioni di chilogrammi di funghi e tartufi secchi, tritati, in polvere, etc.), spesso spacciati per italiani e con l’utilizzo di sostanze aromatizzanti che si sostituiscono o si affiancano al prodotto richiamato in etichetta, con poca chiarezza nei confronti dei consumatori”.   

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