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Economia

Indennizzi: per Casartigiani un provvedimento "fuori dalla realtà"

Il direttore dell’associazione Salvatore D’Aliberti: «Le riduzioni sono state tra il 3 e il 35%, se il Governo manterrà questa soglia non aiuterà quasi nessuna azienda artigiana, con effetti anche su occupazione e consumi»

A fine anno la Camera di Commercio registrava una riduzione di 483 aziende nella provincia di Treviso, e l’approssimarsi delle scadenza fiscali fornisce un ulteriore elemento per valutare il calo dei fatturati nel 2020. Con un’indagine condotta tra gli associati, Casartigiani ha scattato una prima fotografia che descrive una riduzione degli incassi 2020 rispetto al 2019 variabili tra il 3% e il 35%. Nel settore idraulico mediamente è stato registrato un calo dei fatturati del 20%, i laboratori artigiani di produzione hanno segnato un -23%, la lavorazione plastica -17%, l’edilizia -20%, meccanica -13%, le imprese di pulizie -10%, il piccolo commercio artigianale -17%, riparazione e confezioni -15%, pasticcerie -30%, professionisti -12%, estetica -15%, pizzerie asporto -18%, parrucchieri -13%, servizi alle imprese –3%, produzione pellame -23%. «Questo dimostra che i nuovi indennizzi del governo slegati dai codici Ateco e destinati solo alle aziende che hanno avuto una riduzione del fatturato almeno del 33% sono lontani dalla realtà», dice il direttore Salvatore D’Aliberti. «Una decisione che forse può funzionare per le grandi aziende, non per Pmi e artigianato. Con questo provvedimento si rischia di escludere dagli aiuti proprio chi ha più bisogno e al tempo stesso rappresenta le fondamenta dell’economia del nostro paese». I riflessi di questa scelta ricadranno poi anche su dipendenti e sui consumi. «Il rischio», aggiunge D’Aliberti, «è che tutti questi artigiani, con un paio di dipendenti o qualche apprendista, non appena finirà il blocco dei licenziamenti saranno costretti a lasciare a casa i lavoratori. Occorre cambiare le norme per il sostegno alle imprese, i ristori devono essere per tutte le imprese in proporzione al loro effettivo calo di fatturato anche quando il calo sia di pochi punti percentuali. Se vogliamo sostenere le imprese e l’occupazione è necessario intervenire con un contributo diretto proporzionato, allungare il periodo di esenzione contributiva per gli apprendisti e destinare fondi alla bilateralità». 

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