Confesercenti: anche a Treviso manca personale nella ristorazione
Le motivazioni principali raccontate dai titolari sono la poca disponibilità a lavorare nei giorni festivi e week end, una scarsa formazione di chi si presenta, e solo in parte la retribuzione
Da un'indagine di Confesercenti sono circa una cinquantina i ristoranti, tra Treviso centro e la prima periferia, a segnalare una a carenza di personale nelle relative attività sia in sala che in cucina. Mancano lavapiatti e camerieri, ma anche cuochi e aiuto cuoco; i ristoranti a conduzione familiare sono quelli che riescono ad arginare la situazione, coprendo a turno le mancanze registrate per lo più per il lavoro del fine settimana. Le motivazioni principali raccontate dai titolari sono la poca disponibilità a lavorare nei giorni festivi e week end, una scarsa formazione di chi si presenta, e solo in parte la retribuzione.
Racconta Orlando Tommy, titolare del Ristorante al Prefetto, in pieno centro: «Siamo aperti da luglio scorso e siamo ancora alla ricerca di un secondo cuoco e di un cameriere di sala. Sicuramente cerchiamo personale qualificato essendo un ristorante prevalentemente di pesce, ma siamo disposti anche a formarli con il tempo ma non ne abbiamo la possibilità: dopo un paio di settimane, comincia la stanchezza, le prime assenze e così non terminano neppure il periodo di prova».
E così la ricerca prosegue, con annunci sui vari canali e piattaforme, ma a presentarsi sono in pochi. "C'è da dire poi che negli ultimi anni sono cresciuti ristoranti e bar e diminuite le persone che vogliono fare questo lavoro, dunque uno squilibrio tra domanda e offerta" conclude il titolare.
Gli fa eco Mauro, titolare dell'Osteria Muscoli's in zona Pescheria: «Sono sempre alla ricerca di banconieri per dare il cambio, ora noi abbiamo l'organico al completo ma ci sono voluti mesi per concludere un contratto. Spesso non si presentano nemmeno il primo giorno di lavoro perchè si pentono prima, degli orari soprattutto e del lavoro nel fine settimana, in cui ovviamente ovviamente non chiediamo maggiore disponibilità».
IL COMMENTO
«Il vecchio personale si é disperso. Durante la pandemia chi ha potuto si è allontanato, andando in altri settori e li è rimasto, nei reparti di gastronomia della Grande Distribuzione per esempio. Riequilibrare queste perdite di personale no é facile, a prescindere dalle situazioni particolari denunciate dai nostri imprenditori i motivi sono complessi e articolati. Va anche tenuto presente che questo è un settore in cui si lavora in giorni e orari che richiedono una quota di sacrificio per la vita personale» spiega il direttore di Confesercenti Treviso, Gianni Taffarello.
LE MOTIVAZIONI E LE PROPOSTE
Per Confesercenti c'è naturalmente anche un problema di retribuzioni. «Si tratta di un problema difficile da affrontare per aziende che escono da una fase di grande sofferenza e difficoltà, quindi bisogna agire attraverso una riduzione del cuneo fiscale. Si potrebbe, ad esempio, partire con la decontribuzione degli aumenti contrattuali. E' inoltre necessario attivare politiche attive serie: spesso la domanda e l'offerta non si incrociano perché non c'è nessuno che favorisca questo procedimento» conclude Taffarello. Non da ultimo, é indispensabile investire nella formazione e sull'acquisizione di competenze. Il problema, infatti, non è solo avere personale, ma trovarne qualificato.