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Economia Gaiarine

“Una speranza chiamata impresa”: Maria Cristina Piovesana si racconta in un libro

Quello dell'Amministratore delegato di Alf DaFrè è un racconto di un percorso di vita, di impresa e di associazione

Il racconto di un percorso di vita, di impresa e di associazione: quello di Maria Cristina Piovesana, Amministratore delegato di Alf DaFrè di Gaiarine, che dopo essere stata eletta nel 2014 Presidente di Unindustria Treviso, prima donna in Veneto a guidare una grande rappresentanza industriale, ha visto nel 2018 la fondazione di Assindustria Venetocentro insieme a Confindustria Padova, presieduta da Massimo Finco. Un percorso associativo che ora continua come Vice Presidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura. Il libro, uscito in queste settimane, Una speranza chiamata impresa. Più uniti per competere, a cura di Alberto Beggiolini, edito da Marsilio con il sostegno di Intesa Sanpaolo, bene illustra questa storia di ‘straordinaria normalità’ del Nordest, come pure il volume ‘gemello’ Impresa è comunità. Nessuno si salva da solo, dedicato a Massimo Finco dallo stesso autore e anch’esso pubblicato da Marsilio.

"Una speranza chiamata impresa" sarà presentato, online su piattaforma Zoom, venerdì 19 febbraio alle ore 17.30 nell’ambito delle attività della Biblioteca d’Impresa di Assindustria Venetocentro a Palazzo Giacomelli a Treviso. Con la stessa Maria Cristina Piovesana, interverranno l’autore Alberto Beggiolini, il Presidente di Assindustria Venetocentro Leopoldo Destro, il Direttore Generale Giuseppe Milan, e Renzo Simonato, Direttore Regionale Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo. Condurrà i lavori il giornalista ed editorialista del Corriere della Sera, Dario Di Vico, autore dell’introduzione ai due volumi. La prefazione è del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Il volume dedicato a Massimo Finco sarà presentato nel mese di marzo.

«Rinnovo innanzitutto il grazie forte e sentito a Maria Cristina Piovesana e a Massimo Finco - dichiara il Presidente di Assindustria Venetocentro Leopoldo Destro - di cui ho raccolto l’importante testimone, ed alla loro passione, tenacia e coraggio, che ha permesso di creare una grande Associazione con un modello innovativo che supera i tradizionali confini e che rafforza la rappresentanza delle nostre imprese e del nostro territorio. è importante che questa esperienza, che diventa anche un lascito ideale, sia raccolta in due volumi, dalla lettura avvincente e stimolante grazie alla penna di Alberto Beggiolini, che arricchiscono la Biblioteca d’Impresa di Assindustria Venetocentro e si propongono quale esempio per chi si impegna nel ‘servizio civile’ associativo, nelle imprese e nella società con un’idea condivisa di bene comune e di obiettivi di crescita sostenibile da raggiungere, con pazienza, tenacia, visione».

«Un grande sistema associativo, il nostro - scrive Carlo Bonomi nella prefazione - che trae la sua forza dall’impegno volontario e disinteressato di imprenditrici e imprenditori che in ogni parte d’Italia sono animati dalla volontà di migliorare non solo se stessi e le proprie imprese, ma anche e soprattutto le proprie comunità e, attraverso di esse, il loro Paese. Mi riferisco a quello spirito solidale che ho ritrovato tanto nel titolo scelto da Maria Cristina Piovesana, “Una speranza chiamata impresa - Più uniti per competere”, quanto in quello voluto da Massimo Finco, “L’impresa è comunità - Nessuno si salva da solo”. Titoli evocativi che esprimono la forza e la tensione ideale di un vero e proprio manifesto programmatico nel quale come presidente di Confindustria mi riconosco appieno. Un modo di essere che ci ricorda implicitamente il valore individuale, sociale ed economico del lavoro. Penso a quella attività concreta, che dà senso e riscatta la vita di ogni persona, nella quale si manifestano e si praticano la creatività, la disciplina, il senso del dovere e l’onestà che sta alla base di ogni relazione sociale. È questa la più autentica cultura d’impresa, quella che sa rinnovarsi, che sa interpretare il mondo che cambia e che riesce a infondere speranza a tutte le persone che coinvolge. Quella stessa cultura alla quale siamo chiamati ad attingere per avviare il rilancio del nostro Paese, premessa indispensabile per costruire il futuro di tutti, nessuno escluso».

«Si può dire tranquillamente che il laboratorio Nordest non chiude mai - così Dario Di Vico nell’introduzione - Nonostante da più parti affiori ciclicamente la tentazione di considerare la straordinaria stagione dell’imprenditoria veneta come qualcosa da consegnare solo agli archivi, la realtà delle imprese di questo territorio è così ricca che si impara sempre qualcosa. (…). È in questo ordine di idee che mi piace collocare l’esperienza delle associazioni confindustriali di Padova e Treviso. Sicuramente non si è trattato di un puro fatto organizzativo, di una razionalizzazione dell’esistente ma sin dall’assemblea di ratifica della fusione quel riferimento al nuovo triangolo industriale conteneva spunti di progettualità. Tendeva a collocare una best practice di per sé funzionale dentro le trasformazioni della geografia produttiva, dentro l’economia dei flussi, dentro la ricerca di nuovi parametri di sviluppo e crescita imprenditoriale». 

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