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Economia

Una nuova legge per l'artigianato veneto, Marcato: "Scriviamo una pagina di storia"

Le circa 129 mila imprese artigiane costituiscono ancora l’ossatura dell’economia veneta e che il disegno di legge riconosce che l’artigianato è fattore centrale di sviluppo del sistema economico e di produzione dell’occupazione

VENEZIA Per la prima volta il Veneto potrà avere una specifica legge per il settore artigiano. Lo  annuncia l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato, comunicando che la giunta veneta ha licenziato oggi il testo del disegno di legge che andrà a disciplinare il settore dopo l’approvazione da parte del Consiglio. L’assessore sottolinea che non c’è mai stata una legge finalizzata all’artigianato in Veneto. “C’è la legge regionale n. 67 del 1987 che disciplina le modalità di iscrizione all’albo delle imprese artigiane, ma non è sicuramente una legge di incentivazione delle imprese artigiane. La Regione in stretta raccordo con le associazioni categoria si è sentita in dovere di dare uno strumento normativo che promuova il ruolo economico, sociale e culturale delle imprese artigiane e del loro patrimonio di conoscenze ed esperienze, riconoscendo l’artigianato come settore trainante dell’economia veneta e fonte di occupazione”.

Marcato ribadisce che le circa 129 mila imprese artigiane (pari a circa il 30% di tutte le imprese attive nella regione) costituiscono ancora l’ossatura dell’economia veneta e che il disegno di legge riconosce che l’artigianato è fattore centrale di sviluppo del sistema economico e di produzione dell’occupazione nel territorio veneto. Si tratta di produzioni di eccellenza e di un patrimonio di conoscenze ed esperienze che caratterizzano la nostra regione, con particolare riferimento ai settori del mobile, dell'oreficeria, calzaturiero, del vetro tradizionale ed artistico, al settore alimentare e della meccanica, che costituiscono una fattore centrale di sviluppo del sistema economico e di produzione veneto. La nuova legge regionale si rivolge, non solo ai tradizionali settori dell’artigianato, ma anche alla “manifattura innovativa” incentivando un rapporto virtuoso tra le nuove tecnologie digitali e il “saper fare” artigiano. Tra le finalità della normativa c’è anche la semplificazione delle procedure burocratiche ma soprattutto offrire uno strumento normativo per battere la crisi, da cui non si è ancora usciti e che ha causato la chiusura di migliaia di imprese, e contribuire efficacemente a far conoscere il prodotto artigianale veneto nel mondo.

“Con questa prima legge regionale di riordino dell’artigianato – aggiunge – intendiamo scrivere una pagina importante nella storia della nostra regione”. Il disegno di legge contiene una disciplina organica del settore, proponendosi di provvedere alla tutela, allo sviluppo e alla promozione dell’artigianato e delle produzioni artigiane nelle loro diverse espressioni territoriali, tradizionali e artistiche. Avrà una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro. “L'obiettivo – conclude Marcato - è promuovere il ruolo delle imprese artigiane. Si punta anche alla valorizzazione dell’artigianato artistico e tradizionale ma anche a rinnovare il settore, grazie all’impiego di tecnologie innovative, incoraggiandone così la continuità anche nelle giovani generazioni”.

Nel testo di legge viene confermata la competenza delle camere di commercio in materia di tenuta e gestione dell'albo delle imprese artigiane e viene introdotta la figura del maestro artigiano, titolo attribuito dalla Regione al titolare dell’impresa artigiana o al socio lavoratore, al fine di garantire la trasmissione delle conoscenze e degli antichi mestieri e la formazione dei giovani artigiani. Le imprese nelle quali opera un maestro artigiano possono essere riconosciute “bottega scuola". La valorizzazione delle botteghe artigiane non è destinata soltanto alla preservazione di antiche tradizioni, di prodotti o oggetti tipici, ma ha anche notevoli risvolti economici, con effetti positivi legati all’occupazione e al turismo.

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