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Economia

Aeroporto, il Comitato contro le dichiarazioni di Unindustria

Dura reazione di Nicola Dante Faraoni, del Comitato Aeroporto Treviso, alle dichiarazioni di Unindustria in merito alle ricadute che la riduzione dei voli al “Canova” potrebbe avere sull’economia locale

Qualche giorno fa l’associazione imprenditoriale Unindustria Treviso aveva espresso preoccupazione per le conseguenze della riduzione del traffico aereo all’aeroporto “Canova”.

A stretto giro è arrivata la reazione del Comitato Aeroporto Treviso, che da anni si batte contro l’ampliamento dello scalo trevigiano, attraverso le parole di Nicola Dante Faraoni.

MENTALITA' RETROGRADA - Il Comitato boccia come “irresponsabili” le dichiarazioni di Unindustria, attaccando la “mentalità che si annida dentro questa categoria”, una “mentalità retrograda che prima Vardanega e oggi Tiziano Simonato esprimono in maniera scomposta”.

Faraoni – come si legge in una nota del sito web del Comitato – si riferisce al fatto che gli industriali trevigiani “sostengono i progetti degli inceneritori di Silea e Mogliano, come l'ampliamento dell'aeroporto Canova, convinti che possano essere una risorsa economica per il territorio”.

Unindustria – prosegue Faraoni – sponsorizza “qualsiasi opera stradale senza mai essersi espressa concretamente sulla carenza cronica della mobilità su rotaia nella nostra provincia”.

I VOLI DELLA DISCORDIA - Il Comitato ricorda come nel 2011 la leadership di Unindustria Treviso abbia difeso a spada tratta i lavori di rifacimento della pista, che il comitato portò di fronte al TAR ottenendo con una sentenza il limite dei voli.

Quei 16.300 voli – sottolinea Faraoni – che il Ministero dell'Ambiente ha categoricamente riconfermato con un decreto datato 2 maggio 2013 e che ora, per l'ennesima volta, Unindustria mette in discussione come ingiusto e in grado di vanificare gli importanti investimenti di SAVE”.

VOLI E OCCUPAZIONE - A proposito delle ricadute che un contenimento del traffico aereo potrebbe avere sull’indotto dello scalo, il Comitato ricorda inoltre come i passeggeri low cost non si fermino a Treviso perché hanno tempi di permanenza troppo brevi e hanno appena il tempo di visitare Venezia.

“Tutte cose risapute e studiate – prosegue Faraoni nel suo intervento - eppure non si capisce perché si insita a fare propaganda insensata, quando sia le statistiche rilasciate dalla regione che dal CISET dicono che il turismo low cost è in diminuzione a causa della crisi in corso”.

Secondo Faraoni il progetto dell’ampliamento dell’aeroporto è “pieno di buchi” e “non ha nessuna corrispondenza con la realtà dei fatti”.

Se l’ampliamento porterebbe un migliaio di posti di lavoro ogni milioni di passeggeri – si chiede Faraoni – “come mai l'aeroporto ‘Canova’ a fronte di due milioni di passeggeri l'anno occupa 130 addetti diretti e circa 600 nell'indotto?”.

INTERESSI - Il dissesto per il tessuto economico, dunque, non esisterebbe mentre, invece, esisterebbe secondo Faraoni, “interesse personale del dottor Tiziano Simonato, visto che è il direttore del BHR Hotel (che si trova vicino allo scalo, ndr.)”.

“Tiziano Simionato, come Vardanega e il presidente provinciale della Confartigianato Mario Pozza – accusa Faraoni – con le ultime dichiarazioni cercano di ricreare quella situazione di tensione del 2011, durante la legittima richiesta di sospensione dei lavori da parte del TAR”.

“E' grave – affonda Faraoni - il fatto che proprio i vertici delle categorie economiche non accettino leggi e regolamenti rispettati ed applicati in tutta Europa per dare sostenibilità ed equilibrio allo sviluppo territoriale”.

E' gravissimo – prosegue - che i responsabili di Confartigianato e Unindustria neghino normative e direttive europee, come la Valutazione di Impatto Ambientale, che in Europa hanno contribuito non solo allo sviluppo economico ma anche al rispetto di quei diritti che qui a Treviso sono ignorati, come quelli della sicurezza e della salute umana, della salvaguardia e della sicurezza del nostro patrimonio ambientale”.

LE CAUSE SONO ALTRE - Il Comitato ribadisce di non aver mai voluto affossare l’aeroporto, bensì di aver cercato di “far recepire alle autorità i limiti, i pericoli e le impossibilità di portare una struttura di dimensioni così piccole al traffico che c'è oggi a Verona, Ciampino, Orio al Serio o Linate”.

Il vero problema del territorio, secondo il Comitato, è la mancanza a Treviso di una “leadership economica e politica in grado di vedere la sostenibilità e lo sviluppo del territorio basandosi sui principi della Green economy, della modernizzazione e della qualità della vita”.

Se si cerca un capro espiatorio per il caos in cui sta affogando l'aeroporto – conclude Faraoni – lo si deve ricercare lì, non accusare i cittadini”.

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