Anteprima nazionale in Fondazione Benetton per il libro sul Bunker Valentin
Per la prima volta in Italia un volume indaga il lavoro forzato degli Internati Militari Italiani (IMI) nei lager del Terzo Reich: Bunker Valentin. Lo sterminio nazista attraverso il lavoro forzato, pubblicato da Edizioni Chartesia e scritto da Orlando Materassi e Silvia Pascale, sarà presentato in anteprima nazionale a Treviso mercoledì 21 dicembre alle ore 16:30 presso l’auditorium di Palazzo Bomben, dove gli autori, introdotti da Antonella Lorenzoni (Presidenti ANPI sezione di Treviso) dialogheranno moderati da Laura Zamprogna (coordinatrice editoriale Chartesia). L’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili.
Un unicum nel panorama editoriale italiano
In attesa della grande presentazione in programma per il Giorno della Memoria (27 gennaio 2023), Edizioni Chartesia offre al pubblico l’imperdibile anteprima nazionale di un libro senza precedenti in Italia, destinato a diventare il punto di riferimento per gli studi sugli Internati Militari Italiani in Germania. Il lavoro degli autori è il frutto di lunghi anni di ricerca e approfondimento sul tema della memoria e del ricordo. La condivisione di percorsi con le autorità tedesche e la realizzazione di progetti per rendere giustizia al sacrificio dei nostri IMI hanno portato a una conoscenza storica e a un rapporto di amicizia basato sulla comprensione e sul dialogo. In quest’ottica il volume è stato realizzato dall’ANEI di Treviso grazie alle risorse del Fondo italo-tedesco per il Futuro, con il riconoscimento dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma e del Ministero degli Affari Esteri della Germania.
Una triste pagina di storia per costruire conoscenza e memoria
Il bunker Valentin, considerato un’avanguardistica e imponente struttura all’interno della quale si sarebbero dovuti assemblare sottomarini U-Boot di tipo XXI di importanza strategica per la guerra navale tedesca, era un luogo di sterminio nazista attraverso il lavoro forzato, per la cui costruzione furono impiegati circa 12.000 schiavi di Hitler, sfruttati in molti casi fino alla morte. Si trattava di prigionieri e lavoratori coatti di molte nazionalità, tra cui 6.000 Internati Militari Italiani, cioè i militari italiani fatti prigionieri dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, che si rifiutarono di aderire al nazifascismo e per questo furono deportati nei lager del Terzo Reich dove, senza tutela della Croce Rossa Internazionale, subirono violenze e sofferenze disumane per circa due anni. Saranno più di 1.600 i morti nel cantiere del bunker Valentin, tanto che l’imponente costruzione può essere considerata un enorme cimitero.
Grazie al ritrovamento di documenti inediti tedeschi, alle fotografie e ai materiali provenienti dagli archivi privati della famiglia Materassi, si è potuto identificare il territorio come sede di lager creati appositamente per i deportati adibiti alla costruzione di questo enorme edificio. Le ricerche hanno evidenziato come questa particolare zona, finora poco studiata, non fosse soltanto un luogo di prigionia, ma un enorme campo di sterminio parcellizzato in campi satellite.