Come il peso dell'acqua: un viaggio di conoscenza, incontro, dubbio
Secondo appuntamento per Passi verso l’Altrove il 22 novembre, dalle ore 10 alle ore 12, presso l’Auditorium di Villa Zanetti a Villorba.
Torna in Fondazione uno dei più apprezzati e talentuosi giovani registi italiani: Andrea Segre; torna per condividere con gli studenti delle Scuole Superiori di Secondo Grado le storie di Gladys, Nasreen e Semhar, protagoniste di “Come il peso dell’acqua”
Da oltre dieci anni abbiamo concentrato tutti i nostri sforzi economici, politici e militari a tentare di chiudere la frontiera mediterranea: c’è chi lo ha fatto con più cautela e chi con più cattiveria, ma lo scopo unico è comunque e sempre “ridurre il numero di sbarchi”, fermare e contenere. Un orizzonte che ha schiacciato le nostre capacità di ascoltare e capire i motivi e le scelte di chi viaggia. “Come il peso dell’acqua”, attraverso le storie di tre donne e lo sguardo di due grandi narratori civili, cerca di modificare questo orizzonte. Il film, trasmesso in prima serata su Rai3 il 3 ottobre 2014 in occasione dell’anniversario della strage di Lampedusa, che ha causato la morte accertata di 366 persone, diventa occasione per una nuova conoscenza che sarà lo stesso regista Andrea Segre a narrare, aiutandoci a delineare i confini di una tragedia che fatichiamo ad interpretare.
La voce di Giuseppe Battiston accompagna il racconto di Gladys, Nasreen e Semhar e del loro difficile viaggio dal paese d’origine alle coste italiane. Il racconto delle protagoniste segue tre filoni di narrazione: la memoria del viaggio, l’attraversata del mare, la loro vita oggi.
Marco Paolini, con la sua arte tra studio e scoperta, fornisce altri strumenti di comprensione disegnando i flussi delle migrazioni verso l’Europa su tre grandi mappe geografiche che Giuseppe poi appende alle tre pareti della sua stanza, aiutando lo spettatore, e Battiston stesso, a comprendere le direzioni e le barriere dei popoli in marcia. Mentre le donne raccontano, la stanza di Giuseppe Battiston va riempiendosi di oggetti e simboli che incontriamo nelle loro storie: alla fine Giuseppe è attorniato dai segni, le parole, le mappe, i ricordi della sua nuova conoscenza: prove tangibili, simboli inconfutabili che rendono concrete esistenze che spesso non percepiamo come reali.
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