Coro di Stramare - Premio Guglielmo Zancaner
Il premio Guglielmo Zancaner istituito dal coro di Stramare va a don Antonio Riva. Nel centenario del profugato si ricorda il giovane prete che guidò una comunità di oltre duemila persone. Il concerto premiazione domenica 8 gennaio 2017 alle 17 in chiesa di Santa Lucia a Segusino.
Un premio per celebrare il talento e la volontà. Sul limitare del cinquantenario dalla scomparsa di Guglielmo Zancaner, l'industriale visionario che creò il distretto dell'occhiale nel basso feltrino. Così il coro di Stramare intende creare un appuntamento annuale che metta in luce singole vicende umane, biografie in cui ilt alento e la volontà si sono espressi nel campo artistico, sociale e dell'imprenditoria. "Un premio- spiega il presidente del coro Daniele Facchin- che sarà l'occasione per dare giusto rilievo a quei molti uomini che nella propria vita abbiano lasciato una traccia nelle nostre comunità". Il 2^ premio Guglielmo Zancaner verrà consegnato domenica 8 gennaio nel galà di inizio anno a Segusino, chiesa di Santa Lucia (ore 17 ingresso libero ) all'interno di un appuntamento che vedrà insieme musica e memoria. Ad essere premiato, dalla famiglia Zancaner, don Antonio Riva, con un conferimento in memoriam che verrà ritirato dal sindaco di Alano Serenella Bogana.
Al premio sarà abbinata la musica: insieme al Coro di Stramare, che ninne nanne natalizie e musica popolare ospiti del concerto saranno le voci della schola cantorum di Alano dirette da Lara Zancaner. Don Antonio, nato ad Alano di Piave (Bl) il 15 luglio 1887, morì nell’ospedale di Vittorio Veneto, appena 32enne, il 2 gennaio 1919. Don Riva fu un indispensabile capo spirituale, e non solo, per la gente di Segusino che nel 1917 venne colta pressoché di sorpresa dall’invasione del nemico. Don Antonio con grande determinazione guidò il suo popolo disperato in esilio a Fregona, a nord di Vittorio Veneto, facendo anche l’impossibile per sfamarlo."Nel centenario dal profugato- spiega Daniele fcachin, presidnete del coro di Stramare- intendiamo rendere omaggio a quest'uomo di 30 anni che, lontano il parroco e fuggito il sindaco, divenne il riferimento di una comunità, sostenendo i profughi di Segusino per due lunghissimi anni e pagando infine con la propria vita".