Rassegna "Paesaggi che cambiano": in Fondazione Benetton il film "Ci vuole un fiore"
Nel 2008 nel quartiere più antico della città di Roma, alla Garbatella, è nato il primo orto urbano di Roma. Da allora il palazzo della Regione Lazio, motore politico del territorio laziale, fa da sfondo a spaventapasseri e alberi di vario genere che oggi coprono e arricchiscono di verde l’area sottostante, un tempo dominata da desolazione e ghiaia. Da qui prende vita il documentario Ci vuole un fiore (Italia, 2017, 52’) diretto da Vincenzo Notaro che sarà proiettato mercoledì 22 novembre alle ore 21, alla presenza del regista, nell’ambito della rassegna cinematografica Paesaggi che cambiano, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e curata da Simonetta Zanon.
Il film narra la lotta di semplici cittadini contro un’amministrazione lenta e sonnacchiosa, ancorata a vecchi modelli economici che a volte vanno a discapito del benessere del cittadino, fino alla decisione di occupare aree degradate e farne orti condivisi. Tra queste lotte cittadine, si insinuano storie più intime, quali quelle di Giacomo e Luigi, distanti per età, ma uniti dall’amore per la terra, che diventa spazio vitale nel quale può essere anche possibile sopperire alle proprie difficoltà economiche. Ci troviamo in una Roma più introspettiva, lontano dal caos dei turisti, una citta3 che, a sorpresa, scopriamo essere definita “il comune agricolo più grande d’Europa”.
Spiega Vincenzo Notaro nelle note di regia: «Giacomo e Luigi, i due protagonisti, hanno una differenza di età consistente ma vivono la stessa precarietà e, chi per desiderio e chi per necessità, intraprendono un percorso di agricoltura urbana. Avvicinandosi al genere del documentario del reale, il film alterna interviste con pedinamenti dei protagonisti e racconta l’evoluzione dei personaggi seguendoli nella loro realtà quotidiana. I protagonisti della storia sono tutti alle prese con un nuovo stile di vita oppure stanno gettando le basi per un posto che li collochi saldamente nella società e attraverso l’obiettivo della telecamera se ne evidenziano le caratteristiche più intime. Le location sono state scelte in base alla indicazioni dei personaggi, sono tutti luoghi che fanno parte integrante della storia, dove i personaggi si relazionano quotidianamente, o che fanno parte del loro passato. A fare da contrappunto alle loro storie ci sono le musiche del Conciorto, realtà musicale nata dalla collaborazione di Biagio Bagini e Gianluigi Carlone. Un duo che da qualche anno compone testi e musiche sugli
ortaggi, suonate con gli ortaggi stessi. La musica svolge un ruolo importante per la narrazione del documentario, aggiungendo un’atmosfera di leggerezza a tematiche importanti e, se non fosse per la caparbietà dei protagonisti, di difficile risoluzione».
Vincenzo Notaro è nato in provincia di Napoli nel 1979 e si è laureato in Lettere e Filosofia indirizzo DAMS all’Università degli Studi di Bologna nel 2006. Ultimati gli studi, è tornato a Latina dove vive e lavora. Ha svolto workshop di regia con Silvio Soldini, Giuseppe Piccioni e Daniele Luchetti. Il suo primo documentario, Ritratti di borghi, è stato realizzato nel 2010 ed è un piccolo affresco sui borghi di fondazione che circondano la città di Latina. Ha collaborato alla realizzazione di alcuni documentari quali Ashraf Saber il nubiano di Roma, prodotto dalla Daimon Production, è stato co-regista del documentario Il pastore e gli alpini, prodotto dalla Latina Film Commission. Ha lavorato con Cattleya per il film Mio fratello e$ figlio unico diretto da Daniele Luchetti come assistente video. Nel 2010 ha vinto il Premio Latina Film Fund per il soggetto del documentario Mani fasciate, storia del pugile pontino Mario Pisanti, realizzato nel 2011. È del 2014 ART. 639, progetto prodotto dall’associazione And, che analizza la funzione della street art in contesti di disagio sociale e lavorativo, seguendo le performance di alcuni writers italiani.
Realizzato nel 2017, Ci vuole un fiore ha partecipato alla XX edizione del Torino Cineambiente, in concorso nella sezione Documentari italiani, e alla XVI edizione del Clorofilla Film Festival, festival di cinema promosso da Legambiente. La rassegna si concluderà mercoledì 6 dicembre con El olivo (L’olivo) di Iciar Bollaín (Spagna, 2016, 93’), film che verrà proposto in versione originale spagnola con sottotitoli in italiano. Nel periodo febbraio-aprile 2018 è in programma un secondo ciclo di proiezioni.