L’Italia consumata: dal rapporto nazionale sul consumo di suolo alle trasformazioni del paesaggio palladiano
Mercoledì 11 novembre alle ore 18 la Fondazione Benetton Studi Ricerche, in collaborazione con Italia Nostra Treviso, propone l’incontro L’Italia consumata.
Marco Tamaro, direttore della Fondazione Benetton, dialogherà con Michele Munafò, ricercatore dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), e Tiziano Tempesta, docente di Economia agraria, forestale e ambientale dell’Università di Padova.
Curato dall’ISPRA, il Rapporto sul consumo di suolo 2015, disponibile online, presenta un quadro completo sull’avanzata della copertura artificiale del nostro territorio, con l’obiettivo di capire come si sia potuti arrivare a una situazione che vede urbanizzata e impermeabilizzata un decimo della superficie costruibile in Italia, con le relative ripercussioni in termini di rischio idraulico ed equilibrio dell’ecosistema. Il rapporto approfondisce inoltre le dinamiche di espansione urbana e di trasformazione del paesaggio a scala nazionale e locale, prendendo in considerazione i fenomeni della frammentazione, della dispersione e della diffusione insediativa.
Tiziano Tempesta si concentrerà invece in Veneto per approfondire un fenomeno, alquanto singolare, che vede un particolare addensamento delle costruzioni negli ambiti vicini alle ville venete. L’analisi è documentata nel volume, pubblicato online, Alla ricerca del paesaggio palladiano. Un’indagine sul paesaggio delle ville venete in età contemporanea.
Nel tentativo di comprendere quali fattori possano aver condotto ad una così profonda trasformazione del paesaggio delle ville venete, sono state analizzate le trasformazioni dell'uso del suolo nei pressi delle 24 ville di Andrea Palladio tutelate dall'UNESCO, dall'inizio dell'Ottocento ai giorni nostri. Analizzando le fonti catastali veneziane della metà del Cinquecento, con un'approfondita ricognizione delle opere dei pittori veneti, e attraverso lo studio dell'uso del suolo nei pressi delle dimore ancora oggi presenti, emerge che in più della metà delle ville palladiane la dispersione insediativa iniziata negli anni Sessanta e proseguita fino ai giorni nostri, ha irrimediabilmente degradato il paesaggio in cui esse originariamente si inserivano.