Mostra «Brionvega Asolo, la fabbrica della bellezza»
Si intitola «Brionvega Asolo, la fabbrica della bellezza» la mostra promossa nella Sala della Ragione del Museo civico dall’ Associazione Pro Loco e dalla Città di Asolo sull’esperienza industriale e umana di questa azienda, attiva dalla metà degli Anni Sessanta. Ideata e curata dal giornalista Daniele Ferrazza, ex sindaco di Asolo, l’iniziativa nasce dalla volontà di raccogliere, descrivere il contributo alla crescita e allo sviluppo sociale e civile del territorio. Attraverso l’esposizione della collezione di radio e televisori di Franco Gigliello, a lungo capo fabbrica dello stabilimento asolano, l’apparato illustrativo descrive l’esperienza dei lavoratori che hanno prestato la loro opera per questa azienda.
Accanto agli apparecchi sono esposti documenti, cataloghi, fotografie e piccoli cimeli custoditi dagli ex dipendenti, che in alcuni video - realizzati da Luca Vecellio - racconteranno la loro esperienza. In mostra anche alcune fotografie di Gianni Berengo Gardin, realizzate nel 1971 per una rivista d’architettura. Le date attraverso le quali si dipana la storia della Brionvega ad Asolo abbracciano un arco temporale che va dal 1963 al 1985. L’incontro tra l’imprenditore Giuseppe Brion, originario di San Vito d’Altivole, e il sindaco dell’epoca, Giovanni Fantinel, produce un accordo per l’insediamento dello stabilimento ai piedi della collina.
Il Comune di Asolo decide di erogare un contributo economico all’imprenditore Brion affinchè egli potesse acquisire l’area direttamente dall’Amministrazione pubblica e insediarvi una fabbrica «da 50, 100 o 200 lavoratori» (alla fine saranno centocinquanta). Il progetto dello stabilimento - che sarà esposto in originale nella mostra - è realizzato da Marco Zanuso, architetto e designer che aveva già realizzato alcuni dei pezzi più iconici dell’azienda. La “firma” del parco giardino circostante è del paesaggista toscano Pietro Porcinai.
I lavori di costruzione vengono affidati alla Unione Cooperativa di Castelfranco. L’avvio del cantiere è accompagnato dalla demolizione di un’antica costruzione, Ca’ del Vescovo, che sfocia in un processo e molte polemiche. L’inaugurazione dello stabilimento avviene nel maggio 1967. La morte di Brion, nel 1968, unita alla crisi dell’industria elettronica italiana, porta l’azienda su un crinale di declino che porterà, nel 1992, all’uscita della famiglia Brion dall’assetto societario. Chiarissimo il modello olivettiano a cui si ispirava il progetto industriale. Il disegno del nuovo stabilimento è infatti, sin da subito, pubblicato in diversi libri e riviste d’architettura e di design. Il fotografo Gianni Berengo Gardin realizza un importante servizio. La Rai vi gira uno dei suoi sceneggiati dell’epoca. Il contributo di questo insediamento industriale sul territorio è stato profondo e duraturo.
La particolare modalità costruttiva (la struttura si regge su dei “funghi” in cemento armato), le vetrate aperte verso il paesaggio collinare, un parco giardino circostante di grande pregio, il salario allineato tra uomini e donne, le postazioni di lavoro perfettamente ordinate, gli spazi dedicati ai lavoratori, i camici bianchi per tutti i dipendenti, le pause introdotte durante l’orario di lavoro, gli armadietti e la mensa, il telefono a disposizione dei dipendenti. E una serie di professionalità che, uscite dall’azienda, hanno “gemmato” nuove imprese e contributo alla crescita di altre.
“Con questa mostra non vogliamo celebrare un marchio ma dare valore ad una visione imprenditoriale, che ha segnato il tessuto sociale della nostra città e che ancora oggi vive negli ex-dipendenti. E’ dalla forza del loro orgoglio di aver lavorato in Brionvega che nasce questo progetto” spiega la presidente della Pro Loco, Beatrice Bonsembiante. La mostra è promossa dalla Pro Loco e dalla Città di Asolo. Resterà aperta dal 3 aprile al 1 maggio, tutti i sabato e i festivi con orario 9,30-12,30 e 15-19. Ingresso gratuito. Partner tecnici dell’evento sono la Cna di Asolo Confederazione nazionale dell’artigianato e 32 via dei Birrai. L’iniziativa si avvale del patrocinio della Regione del Veneto, della Camera di commercio di Treviso e Belluno, di M9 Museo del Novecento e della Fondazione Fiera di Milano.