Mostra "I colori della luce" e "Dipinti materici"
E’ un trionfo della luce e un’esaltazione del colore e della materia, quello che i pittori trevigiani Franco Vivian e Bruno Zago espongono dal 15 febbraio al 2 marzo al Museo Ca’ da Noal di Treviso.
La mostra, inaugurata sabato 15 febbraio alle ore 17.30 con la presentazione del professor Giuliano Simionato, propone infatti “I colori della Luce” di Franco Vivian e i “Dipinti Materici” di Bruno Zago: opere che presentano un susseguirsi di omaggi al paesaggio proposti in panoramiche e dettagli, in volumi e in colori plasmati dalla luce ed esaltati dalle ombre, sintetizzati abilmente dai due artisti trevigiani già noti in città per una serie di mostre di successo realizzate negli ultimi decenni.
Gli acquerelli di Vivian sono caratterizzati dall’amore del paesaggio che ne diventa il tratto comune e distintivo, mentre le tele di Zago pongono l’accento sugli elementi coloristici delle figure. In entrambi gli artisti è la luce l'elemento che unifica tutta la scena, che guida la mano, che dona vivacità e spiccata personalità alle loro tele. Ed è la luce catturata nelle loro opere, a catturare a sua volta lo sguardo di chi le ammira.
FRANCO VIVIAN - Trevigiano, Vivian è laureato in ingegneria elettronica, ma ha sempre coltivato la passione per la montagna, per la pittura, per la fotografia e, più di recente, anche per la narrativa. Si è dedicato fin da giovane al disegno, alla pittura ad olio e all’incisione ad acquaforte, ma da alcuni anni la sua passione preferita è la tecnica ad acquerello che considera quella a lui più congeniale. Ha esposto in molte mostre collettive e personali ottenendo spesso consensi e segnalazioni.
Nel campo della fotografia ha pubblicato “Colli Trevigiani” e "Angoli di Treviso" e ha curato la parte fotografica del libro “Fontane nel Centro Storico”, edito dal Rotary Club Treviso, di cui è stato Presidente.
BRUNO ZAGO - Bruno Zago è nato a Fagarè della Battaglia e ha mostrato ben presto passione per i colori e il disegno, coltivandoli accanto alla formazione tecnica che lo ha portato a impiegarsi nell’attività industriale. Gli esordi pittorici coniugano matrici di creatività e razionalità che snaturano attraverso la frequentazione di maestri trevigiani come Nando Coletti, Mario De Tuoni, Gianni Ambrogio.
Pur nell’assiduità dell’impegno lavorativo, la familiarità con la tavolozza gli ha meritato significative affermazioni, fra cui quella del “Gran Premio Burano" di Venezia nel 1978. Dagli anni Settanta, corroborando spirito di ricerca e curiosità intellettuale tramite i viaggi e lo studio, ha partecipato con maggiore intensità a collettive e concorsi ottenendo qualificati riconoscimenti. Determinante, poi, la frequenza della “Scuola libera del nudo" e dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, che gli ha conferito più spiccata identità espressiva.
I corsi accademici, coronati con la tesi sull’incisore Giovanni Barbisan, lo hanno spinto sui sentieri dell’astrazione e della dominanza del colore, e il suo itinerario pittorico ha visto le recenti partecipazioni agli eventi organizzati dal Centro per la Cultura e le Arti Visive "Le Venezie".