Montebelluna dedica una mostra a Thomas Edison: «L'uomo che inventò il futuro»
Ad un anno esatto dall’inaugurazione del MeVe, il Memoriale Veneto della Grande Guerra, il Comune di Montebelluna celebra l’anniversario inaugurando una mostra unica e spettacolare dedicata alla controversa figura dell’inventore Thomas Alva Edison.
“Edison. L’uomo che inventò il futuro”, questo il titolo dell’esposizione visitabile dal 17 novembre al 31 maggio 2020, centrata sull’eclettico progettista americano che ricoprì un ruolo straordinariamente importante tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Fu lui, infatti che, con i suoi quasi 1100 brevetti registrati a suo nome – precisamente 1093 – seppe per primo applicare i principi della produzione di massa al processo dell'invenzione introducendo quella che oggi nelle aziende si chiama Ricerca e Sviluppo e rendendo, di fatto, le sue invenzioni degli oggetti riproducibili. Rivolta a un pubblico eterogeneo, sia adulto che giovane e ai bambini, la mostra nasce da un lavoro corale tra MeVe e Museo Civico ed è curata dalla direttrice di Musei di Montebelluna, Monica Celi, assieme allo storico Paolo Riccardo Oliva e dal conservatore naturalista Giorgio Vaccari. Una sinergia grazie alla quale è stato possibile organizzare anche tutte le attività educative per le scuole oltre alle iniziative di divulgazione rivolte alla cittadinanza.
Spiega il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero: «Perché una mostra su Edison al MeVe? Perché Edison è l’uomo che inventò il futuro ed è simbolo stesso dell’avvento di quella tecnologia, soprattutto con l’applicazione dell’elettricità e le sue potenzialità che ha cambiato il mondo. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 è stato uno dei grandi protagonisti della grande rivoluzione tecnologica che ha segnato la fine del periodo della Belle Epoque ed ha inaugurato l’inizio di quello rappresentato dal dominio della tecnica sia dal punto di vista economico-finanziario, sia dal punto di vista tecnologico. La connessione di una mostra dedicata ad Edison con il Meve è dovuta al fato che l’attività dell’inventore si collega molto agli avvenimenti della Prima Guerra mondiale. Già nella sala dedicata all Belle Epoque è dedicato un pannello e alla lampadina e alla corrente elettrica perché fu potenziata dagli apparati militari ed arrivò poi nelle trincee tanto che milioni italiani scoprirono proprio grazie alla guerra che esisteva questa forma di energia. Ed i grandi processi di elettrificazione della nostra nazione avvennero proprio sulla scia di quegli scenari bellici. Ma Edison fu importante per lo sviluppo dei fonografi, all’impulso che diedero i suoi laboratori per l’evoluzione della telefonia e ancora a quello dato agli apparati militari statunitensi con oltre 45 invenzioni belliche brevettate. Quindi la vicenda di Edison è quella di un inventore che si intreccia profondamente col il primo conflitto mondiale di qui l’idea di dedicare una mostra a lui dedicata». Aggiunge la direttrice del Museo, Monica Celi: «Oltre che un omaggio all'inventore, la mostra rappresenta un’occasione per comprendere il ruolo che svolse Edison in relazione con l’epoca contemporanea, e il rapporto della tecnologia con l’uomo e gli eventi storici che si sono susseguiti negli ultimi due secoli, con un focus particolare rispetto alla Prima Guerra mondiale, cui è dedicato lo stesso Memoriale. Attraverso la mostra sarà possibile avvicinare e conoscere alcune invenzioni uscite direttamente dal suo laboratorio, dai perfezionamenti telegrafici e alla lampadina a incandescenza, dal Kinetoscopio al fonografo, al suo contributo alla medicina dell’epoca grazie al fluoroscopio, all'edilizia, con il cemento a presa rapida, e molte altre ancora».