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Alla Fondazione Benetton un incontro dedicato al Giardino della Minerva

Mercoledì 19 settembre, alle ore 18, ultimo appuntamento con "Naturale inclinazione", il ciclo di incontri gratuiti dedicati al pensare e al fare giardino nel mondo contemporaneo

TREVISO Naturale inclinazione, il ciclo di incontri dedicati al pensare e al fare giardino nel mondo contemporaneo, organizzato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e curato da Simonetta Zanon, si conclude mercoledì 19 settembre alle ore 18, nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, con l’appuntamento Il giardino di ieri, l’orto botanico di oggi. Il giardino della Minerva a Salerno, incontro pubblico sul restauro del giardino della Minerva, straordinaria esperienza a cavallo tra ricerca, progetto, sperimentazione e costruzione di un nuovo modello di giardino per la città.

Lungo il filo invisibile che lega memoria (critica) del passato e sguardo (lungimirante) al futuro, si sono mossi alcuni studiosi e progettisti italiani che, a partire dai primi anni novanta, hanno ideato e portato a termine il restauro del Giardino della Minerva. Esempio paradigmatico di come le vicende storiche di un luogo possano essere rilette alla luce di un paesaggismo innovativo che tiene insieme rigore scientifico, abilità progettuale e istanze e inclinazioni provenienti dalla società, il Giardino della Minerva oggi è un giardino/orto mediterraneo il cui assetto ne reinterpreta nella contemporaneità la lunga storia, iniziata nel quattordicesimo secolo, quando Matteo Silvatico vi fondò il primo giardino dei semplici della storia delle scienze mediche. Nel corso dell’appuntamento, Luciano Mauro, agronomo e paesaggista, capofila del gruppo di lavoro che ha seguito tutta l’operazione e che oggi si fa carico della cura e della gestione, condividerà con il pubblico questa straordinaria esperienza.

Il progetto Naturale inclinazione si ispira, fin dalla sua prima edizione, svolta nel 2011, alla figura di Ippolito Pizzetti (1926-2007) e al suo instancabile impegno nella divulgazione della cultura e dell’arte del fare giardini, atto poetico ricco di significati anche sul piano etico e sociale. Il giardino che Pizzetti amava è un luogo accogliente, idealmente aperto anche in presenza di un recinto. È un luogo nel quale possiamo dare soddisfazione al nostro bisogno di natura, bellezza, armonia, misura e dove le tracce del passato possono dare forma alle istanze del presente, indirizzando la creatività del progettista e la cura del giardiniere. Gli appuntamenti di questa edizione hanno invitato, attraverso situazioni, racconti e linguaggi diversi, a una riflessione sul mondo del giardino basata, appunto, sul rapporto tra passato e presente, e sull’importanza del dialogo continuo tra memoria e creatività, nostalgia e innovazione.

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