Parole di carta - Antonio G. Bortoluzzi
Primo incontro 2023 della rassegna Parole di carta 6^ edizione 2022-2023, da noi curata
C’è una novità: il Liceo Berto è stato coinvolto e avrà un ruolo attivo e importante in questo interessante percorso.
Vi aspettiamo
Mogliano Veneto - centro sociale ore 20.30
rassegna a cura di
quarantaduelinee|circolazione culturale aps
Liceo Berto,
con
Officina 31021
e il patrocinio della città di Mogliano Veneto
mercoledì 15 febbraio
ANTONIO G. BORTOLUZZI
Come si fanno le cose
dialogano con l'autore
GLI STUDENTI DELLA CLASSI PRIME DEL LICEO BERTO
ANTONIO G. BORTOLUZZI
Alpago, 1965
Nel 2010 ha pubblicato il romanzo per racconti Cronache dalla valle, Biblioteca dell’Immagine; nel 2013 il romanzo Vita e morte della montagna, Biblioteca dell’Immagine – vincitore del premio Dolomiti Awards Miglior libro sulla montagna del Belluno Film Festival; nel 2015 il romanzo Paesi alti, Biblioteca dell’Immagine con cui ha vinto il Premio Gambrinus-Giuseppe Mazzotti nella sezione Montagna, cultura e civiltà ed è stato finalista al Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo e al premio letterario del CAI Leggimontagna.
Nel 2019 ha pubblicato il romanzo Come si fanno le cose, Marsilio Editori da cui è tratta l’omonima commedia teatrale.
È stato finalista del Premio Italo Calvino nel 2008 e 2010.
Oggi è membro accademico del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna (GISM).
Suoi articoli sono pubblicati su riviste nazionali e sulle pagine culturali dei quotidiani del Nordest.
Nel 2022 ha pubblicato Montagna Madre – Trilogia del Novecento, Edizioni Biblioteca dell’immagine, 2022, antologia che raccoglie i suoi tre primi romanzi
Lungo il fiume Piave, tra capannoni e ditte artigianali ormai prive del vigore di un tempo, ha sede la Filati Dolomiti, fabbrica sfiancata, come molte, dalla crisi degli anni Duemila. È qui che lavorano Valentino e Massimo, due cinquantenni addetti alla manutenzione dei macchinari. Disilluso e nostalgico il primo, esuberante e roso da una rabbia latente il secondo, i due hanno visto passare su di sé e sugli altri operai le macine della recessione, con la cassa integrazione, i tagli e la mobilità volontaria, fino a un incendio che per poco non li condannava allo stesso tragico destino patito dagli operai della Thyssen. Quando una ditta orafa gestita da persone rampanti e senza scrupoli apre i battenti in quello che un tempo era un magazzino della Filati Dolomiti, Massimo e Valentino – conoscendo anfratti e segreti dell’azienda – decidono di preparare la rapina con cui procurarsi l’oro necessario per realizzare il loro sogno: abbandonare il logorio e le miserie della fabbrica e rilevare un agriturismo sui monti, per iniziare una vita nuova, più giusta. La meticolosa messa a punto del piano procede spedita e senza intoppi, finché un giorno, sulla corriera che lo porta al lavoro, Valentino incontra Yu, una ragazza cinese di ventisei anni che odora di fritto e trascrive su un taccuino le parole italiane che ancora non conosce. Risvegliato dal calore di un amore che credeva sopito per sempre, l’uomo dovrà rimettere in discussione la sua vita e le sue scelte: quando una cosa è sul punto di esplodere, però, è difficile riuscire a fermarla, o anche solo a farle cambiare direzione. In queste pagine folgoranti e avvincenti, attraverso la storia di due operai in cerca di riscatto, Antonio G. Bortoluzzi racconta le Dolomiti che cingono le valli del bellunese e sembrano sorvegliare le aree produttive nate dopo la tragedia del Vajont. Un romanzo di montagna, di industria, di avventura e, in fondo, d’amore.