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Al Cantiere Gallery la mostra "The elements"

L'esposizione sarà accessibile dal 15 settembre al 15 ottobre

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

La Mostra dal titolo “THE ELEMENTS” riunisce 21 opere, che compiono il percorso magistrale di tre Artisti Italiani, singolari e poliedrici che riportano nelle opere le vesti della Natura, capaci di raccontarci l’incessante tempo del mondo e della storia. Ognuno con un elemento che lo contraddistingue, ognuno con un percorso che ci riporta all’origine dell’elemento stesso. La scelta del tema è stata determinata dalla convinzione che la natura rappresenti la mediazione ideale tra il mondo dell’arte e il pubblico spettatore. La teoria dei quattro elementi, introdotta nel VI secolo a.C. dal filosofo greco Anassimene di Mileto, ha attraversato tutta la nostra storia giungendo fino a noi, tanto che molte creazioni artistiche riprendono proprio i quattro elementi.

I nativi d’America tuttora eseguono “pitture di sabbia”, ovvero rappresentazioni realizzate direttamente a terra con sabbia e pigmenti che mostrano l’equilibrio tra le forze dell’universo. Jackson Pollock, che conosce bene la cultura dei Navajos, ne trae ispirazione quando stende la tela sul pavimento e ci lavora con la tecnica del dripping. Nei primi anni del Novecento, artisti cubisti come Pablo Picasso e Georges Braque introducono terra e sabbia nei loro dipinti, per renderli più concreti, tangibili e materici. Elemento imprescindibile dei mobiles di Alexander Calder è l’aria, che fa muovere le sculture nello spazio disegnando giochi di equilibri. I quattro elementi sono ripresi anche dagli artisti surrealisti: se nella “Voce dell’aria” (1931) di René Magritte giganteschi sonagli si librano in cielo creando un effetto di distacco nell’osservatore, in “La nascita dei desideri liquidi” (1931–32) Salvador Dalí rappresenta allegoricamente l’importanza dell’elemento liquido, anche in relazione ai pensieri umani più reconditi.

Per la propria produzione artistica Alberto Burri predilige il fuoco. Utilizzando il processo di combustione, in “Bianco B” (1965) Burri brucia i materiali e li deforma trasformando l’artista in un demiurgo ovvero un artigiano. Quando negli anni ’60 gli artisti dell’Arte Povera e della Land Art riflettono sugli archetipi del mondo e della rappresentazione artistica, i quattro elementi diventano i protagonisti indiscussi dell’opera d’arte. In questa Mostra l’immaginario realistico prodotto dagli artisti contemporanei fornisce una mappa immediatamente riconoscibile del mondo naturale, libero dai cambiamenti della moda o dall’intervento tecnologico dell’ uomo.

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