Una mostra a Valdobbiadene per riscoprire l'opera dell'architetto trevigiano Giuseppe Davanzo
VALDOBBIADENE Il Natatorium di Treviso. Il Tempio del donatore, arroccato sul Cesen. La casa di riposo per anziani di Castelfranco, il monumento del Partigiano a Cima Grappa. Dare forma agli spazi del vivere sociale e della memoria. Rendere razionale il flusso dell'emozione e adeguare il concetto di bello a quello di utile e funzionale. L'uso del calcestruzzo nell'edilizia pubblica e nell'abitare privato, secondo la lezione di Scarpa, Albini e Samonà. Ed insieme al mestiere le grandi passioni: dalla fotografia alla lavorazione del legno al tornio, il mare, la nautica.
Riscoprire Giuseppe Davanzo è riaprire le pagine di una stagione di grande fermento culturale. E' fare una riflessione sull'architettura veneta a partire dagli anni Sessanta, è rileggere una lezione in cui ispirazione e studio vanno di pari passo per costruire un'architettura etica, al servizio dell'uomo e del vivere sociale.
Sul limitare del decennale dalla scomparsa di Giuseppe Davanzo (Ponte di Piave, 1921- Treviso, 2007) Associazione Tempio del Donatore di Valdobbiadene e Studio Davanzo organizzano un'esposizione che ripercorre l'opera dell'architetto e scrittore trevigiano attraverso una visione trasversale, seguendo un filo non solo temporale ma tematico.
La mostra è concepita in due eventi distinti ma concomitanti. A Villa dei Cedri (inaugurazione 29 giugno ore 18.30) verrà approfondita la ricerca progettuale di Davanzo. I contenuti illustreranno il lavorare con i materiali e con le tecniche di costruzione, mettendo in luce l'appassionata e paziente ricerca e i suoi esiti. Al Tempio di Pianezze (inaugurazione 3 luglio ore 10.30) verrà illustrato il progetto dell'opera stessa, datato 1962-63, con una dettagliata lettura di disegni e immagini. Inoltre, attraverso una call, verranno raccolti ed esposti documenti fotografici che testimoniano la storia del sito, e gli oltre cinquant'anni di attività dell'Associazione di volontari. In occasione della mostra verrà predisposto un itinerario per la visita delle opere di Giuseppe Davanzo visitabili nel territorio.
“Il titolo -chiarisce Martina Davanzo- prende spunto da uno scritto dello stesso Giuseppe Davanzo in cui racconta del processo creativo, delle sue emozioni e della necessità di registrarle per poter riprenderle dalla memoria quali “stimoli al procedere e al fare”. La mostra di Valdobbiadene è pensata come episodio di una serie, come primo approfondimento di un ciclo espositivo itinerante con nuovi contributi ad ogni tappa. Intende essere un’occasione di studio su un metodo progettuale, uno stimolo per sviluppare ed accrescere la ricerca personale, una riflessione sul procedere e sul fare”.
L’esposizione fornirà una lettura “trasversale” della sua opera, seguendo un filo non solo temporale ma tematico, che evidenzi la capacità di esplorare, verificare e perseguire la “conquista del processo creativo e della forma”. “Particolare attenzione- prosegue Maria Antico, per molti anni assistente di Davanzo- sarà rivolta alla sperimentazione sulla prefabbricazione e allo studio sulla potenzialità espressiva del calcestruzzo che, tra gli anni ’60 e ’70, lo porteranno alla progettazione di significative opere e all’aggiudicazione dei concorsi per il Foro Boario di Padova, il Palazzetto dello Sport di Vicenza, la Fiera di Vicenza, il Complesso per sport natatori a Treviso”.
Il contenuto mostrerà, attraverso una lente d'ingrandimento, il lavorare con i materiali, le tecniche e gli elementi della composizione, mettendo in luce l’appassionata e paziente ricerca e i suoi esiti. Immagini di dettaglio e di insieme analizzeranno lo studio per la definizione delle coperture, dei serramenti, delle finiture interne; illustreranno la composizione delle facciate e il loro rivestimento con materiali che, di volta in volta, ricercano nell'unitarietà le variazioni tonali, i giochi cromatici, la matericità, la modularità e il movimento. La mostra è curata da Maria Antico e Martina Davanzo. Il materiale esposto è tratto dall’archivio dello studio e la maggior parte delle immagini fotografiche sono dello stesso Giuseppe Davanzo. La mostra ha ottenuto i patrocini della Regione Veneto e del comune di Valdobbiadene, dello IUAV, della Fondazione Benetton Studi Ricerche, del CNAPPC, dell'Inarch e dell'Ordine degli Architetti di Treviso.