Zero Branco ricorda il motociclista Gilberto Parlotti
Un evento speciale, nella piazza del suo paese natale, chiude le celebrazioni nel 50esimo anniversario dalla scomparsa di Gilberto Parlotti (17.9.1940-9.6.1972). Il tutto nel giorno del suo compleanno. Il Comune di Zero Branco - Assessorato allo Sport ha infatti organizzato per sabato 17 settembre, a partire dalle 17 in Piazza Umberto I e lungo via Martiri della Libertà, una manifestazione che unisce il ricordo del motociclista zerotino Gilberto Parlotti, scomparso all’età di 32 anni il 9 giugno 1972 nella prova mondiale del Tourist Trophy nel circuito dell’Isola di Man, a sicurezza stradale, prevenzione e sport.
Il titolo scelto per l’evento, rivolto in particolare alle giovani generazioni nonché agli appassionati, è “Gilberto Parlotti: ricordo di un Campione”. Realizzato in collaborazione con Il Moto Club Trieste 1906 l’evento si fregia del patrocinio del Coni (Comitato regionale Veneto) - Delegazione di Treviso e vedrà la presenza della famiglia Parlotti. L’evento segue quelli già realizzati nel mese di giugno - in occasione dell’anniversario della scomparsa del campione - a Trieste, città d’adozione del pilota, e Zero Branco, occasione in cui è stata inaugurata la rinnovata targa dello Stadio Comunale, a lui dedicato.
I dettagli dell’evento
Il 17 settembre Piazza Umberto I sarà allestita in maniera particolare: saranno infatti esposte le moto originali di Gilberto Parlotti e altre moto d’epoca. Ad arricchire l’allestimento la presenza di due simulatori, uno di Moto GP l’altro dedicato alla “guida sicura”. Alle 20.15, invece, a cura del Moto Club Trieste 1906, sarà illustrata la storia di Parlotti, con interventi e proiezioni. A conclusione della serata il cantautore e giornalista Alessandro Bedoni (Il Resto del Carlino) eseguirà “Verandah”, la toccante ballata dedicata a Parlotti che prende il nome della località dove, in una curva improvvisamente velata dalla nebbia, il campione zerotino perse la vita mentre si accingeva a vincere la gara.
La storia di Gilberto Parlotti
Gilberto Parlotti nacque il 17 settembre 1940 a Zero Branco e adolescente, con la famiglia, si trasferì a Trieste dove inizio presto a correre nelle gimkane, di cui vince il titolo nazionale italiano nel 1960. Nel 1961 acquistò una Moto Morini con cui iniziò a gareggiare nelle cronoscalate: fu proprio in una di queste che fece conoscenza con l’altrettanto giovane Giacomo Agostini. Con lui strinse un rapporto di profonda amicizia. Nel 1962 fece le sue prime apparizioni nel motomondiale, per quanto senza ottenere punti validi per la classifica iridata, alla guida di una Tomos in classe 50.
Nel 1964 passò alla guida di una Moto Morini con cui ottenne buoni risultati nel Gran Premio motociclistico di Jugoslavia (a quel tempo però non inserito nel calendario del mondiale); gli anni successivi ha disputato varie corse nella Classe 125 per conquistare poi il primo titolo nazionale nel Campionato Italiano Velocità nel 1969, nella classe 50 su Tomos (ne vinse successivamente altri due, nel 1970 ancora in classe 50, nel 1971 in classe 125).
Lo stesso 1969 è quello che lo vide apparire per le prime volte nelle classifiche iridate, quella della 50 e quella della Classe 250 dove, in sella ad una Benelli raggiunge per la prima volta il podio, in Jugoslavia. Sarà quello anche il suo unico risultato con punti nella “quarto di litro”: Parlotti fu infatti soprattutto uno specialista delle piccole cilindrate; oltre ad avere gareggiato nella 50, i suoi migliori risultati vennero dalle gare della Classe 125. Nel 1970 venne ingaggiato dalla Morbidelli con cui gareggiò per tre anni, fino alla morte, ottenendo la sua prima vittoria nel Gran Premio motociclistico di Cecoslovacchia del 1970. Il motomondiale 1972 era iniziato per Parlotti sotto i migliori auspici, avendo conquistato nelle prime 4 gare della stagione due primi posti, un secondo ed un terzo; alla quinta gara della stagione sull'Isola di Man ha perso però la vita.
In seguito alla morte di Parlotti, il pluri-iridato Giacomo Agostini, suo fraterno amico, annunciò la decisione di astenersi dal Tourist Trophy, mantenendo l'impegno fino al termine della carriera. Da questa presa di posizione del campione bergamasco, in polemica con la FIM, nacque un movimento di protesta dei piloti che portò all'esclusione del Tourist Trophy dal calendario del Motomondiale. Parlotti era il 99º pilota deceduto in gara sul Circuito del Mountain. La tragedia colpì fortemente il mondo motociclistico di allora che vedeva in quel pilota in continua ascesa il simbolo del coraggio, della determinazione e della generosità. In antitesi alla sua esile corporatura, Parlotti dimostrò sempre uno straordinario nerbo, assieme alla non comune adattabilità ad ogni tipo di moto da competizione. È ricordato infatti come uno dei rari conduttori che ha vinto in tutte le categorie dell’epoca, dalla 125 alla 750. In anni difficili per il motociclismo, giunse alla notorietà con i suoi tre titoli tricolori e con le sue imprese al servizio di squadre ufficiali come Morini, Benelli, Ducati, Derbi oltre che con la Tomos e la Morbidelli.