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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Green Villorba

Nuovo appello per il clima: Edilvi è la prima azienda firmataria nella Marca

Il monito, inviato al Parlamento Europeo e al Governo italiano, arriva dal mondo delle imprese italiane: «Gli investimenti europei siano più ambiziosi e adeguati alla sfida»

«Siamo onorati di aver firmato questo importante Appello per il Clima inviato al Parlamento Europeo dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Lo scorso giugno abbiamo aderito al Manifesto Un nuovo Green Deal per l’Italia, promosso sempre dalla Fondazione - racconta Diego Pavan, Amministratore Delegato di Edilvi Spa - in quanto, come azienda, condividiamo principi, mission e vision sia dell’appello che del Manifesto».

«Edilvi è tra le prime 123 ESCo – Energy Service Company d’Italia, e negli anni abbiamo contribuito a far risparmiare 100mila tonnellate di anidride carbonica grazie all’utilizzo dei Certificati Bianchi ed alle attività di efficienza energetica che portiamo avanti - spiega l’AD - Continueremo a contribuire alla causa del risparmio energetico attraverso l’applicazione del Superbonus 110, che riteniamo un’iniziativa lodevole ai fini della transazione ecologica, nonché attraverso la promozione dei contratti EPC (Contratti di Prestazione Energetica) abbinati all’incentivo Conto Termico 2.0 per la riqualificazione degli edifici pubblici. A questo proposito – annuncia Pavan – abbiamo anche individuato dei sistemi di trattamento, di ricambio e di sanificazione dell’aria adatti alle scuole, agli edifici pubblici ed agli edifici in cui possono verificarsi affollamenti, che contribuirebbero a ridurre la propagazione dei virus, compreso il Covid-19».

Di seguito si riporta il comunicato stampa ufficiale della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che spiega i contenuti dell’Appello per il clima inviato al Parlamento Europeo, al Governo italiano ed ai parlamentari italiani: «Il clima non può attendere: è il momento del fare. Cento esponenti di importanti imprese e associazioni di impresa italiane lanciano un appello per rendere gli investimenti europei più ambiziosi e adeguati alla sfida di una transizione ecologica, climatica che poggia su tre capisaldi: ambizione climatica per aumentare la quota di finanziamenti dedicati al clima del Recovery Fund, criteri climatici stringenti per indirizzare gli investimenti, una lista di esclusione delle attività anti-clima da non finanziare».

L’appello è rivolto ai parlamentari italiani, ai rappresentanti italiani in Parlamento Europeo e ai membri del Governo italiano per sostenere che le proposte europee per il clima e l'ambiente siano rese più incisive, in vista della negoziazione relativa alla versione finale del pacchetto di ripresa europeo post Covid, prevista per il mese di novembre. «La transizione verso un’economia ambientalmente sostenibile e climaticamente neutrale – si legge nell’appello – rappresenta una sfida epocale che cambierà il sistema energetico e i modelli di produzione e consumo in tutti i settori». Le tre direttrici indicate nell’appello prevedono in particolare tre punti, qui di seguito riportati.

1. Ambizione climatica: per portare dal 37% al 50% la quota di investimenti del Recovery and Resilience Facility - il più importante strumento di finanziamento del pacchetto Next Generation EU - destinati a progetti favorevoli al clima, sia per realizzare il taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e puntare sulla neutralità climatica al 2050 che per contribuire a mobilitare i 350 miliardi di euro all’anno di investimenti per il clima e l’energia a livello europeo, stimati dalla Commissione Europea;

2. Criteri climatici per gli investimenti: adottare una metodologia chiara per riconoscere gli investimenti favorevoli al clima, come quella definita dal Regolamento europeo per la “Tassonomia per la finanza sostenibile”;

3. Una “lista di esclusione”: introdurre una lista di attività economiche che non possono accedere ai finanziamenti del Recovery and Resilience Fund perché incompatibili con il taglio delle emissioni al 2030 e con l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050.

Questo appello italiano si sposa dunque con numerose iniziative simili, attualmente in corso in Europa, promosse dalla comunità civile e dal mondo economico, e segue il solco tracciato dal Manifesto per un green deal come firmato nello scorso giugno da 110 rappresentanti del mondo delle imprese.

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