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Aprile mese del paesaggio: giardini aperti con Aiapp anche a Treviso

Il "mestiere paesaggista" raccontato dai luoghi studiati, creati o trasformati dai soci. Appuntamenti in Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna

TREVISO “Senza la contemplazione e la poesia del giardino e se regna esclusivamente il dogma dell’economia, la natura verrà distrutta più o meno dalla mano dell’uomo. Questa distruzione riguarda tutta la natura, inclusa la natura umana”. Il monito (del 1979) è di Paolo Porcinai, uno dei più grandi paesaggisti del Novecento, che, ispirato da questa urgenza, nel 1950, fu uno dei fondatori dell’AIAPP, Associazione Italiana Architettura del Paesaggio. Associazione che oggi raggruppa circa 800 iscritti fra progettisti, studiosi e studenti che si riconoscono nella figura professionale dell’Architetto del Paesaggio e che sono impegnati a tutelare, conservare e migliorare la qualità paesaggistica del nostro Paese.

L’impegno è grande, ma i successi non mancano, come dimostreranno per tutto il mese di aprile anche i professionisti dell’AIAPP Triveneto-Emilia Romagna, la più grande delle nove macroregioni italiani dell’associazione, con l’ottava edizione di “Giardini e Paesaggi aperti”. Sarà un invito a visitare i luoghi che i professionisti AIAPP hanno seguito o stanno seguendo nella loro evoluzione, per ammirare le buone pratiche paesaggistiche e indagare sul tema “Mestiere Paesaggista”: il mestiere di chi il paesaggio lo progetta, facilitandone le trasformazioni e occupandosi della sua cura e tutela. Convegni, workshop, eventi formativi e, soprattutto, visite guidate e appuntamenti “nei” progetti, per onorare “Aprile mese del Paesaggio” (World Landscapes Architecture month), iniziativa lanciata nel 2007 dalla Federazione Internazionale degli Architetti Paesaggisti (IFLA), che promuove l’architettura paesaggistica e la creazione di paesaggi capaci di migliorare la qualità della vita, e di cui AIAPP è membra.

Giardini e paesaggi si apriranno agli occhi dei visitatori, sotto la sapiente guida di chi li ha disegnati o studiati, trasformati o recuperati, per evidenziare il ruolo che il progetto di paesaggio ha nel vivere quotidiano. Da San Michele del Carso ai confini con la Slovenia, dove il 29 aprile si potranno visitare i progetti di Max Fabiani - uno dei più grandi paesaggisti a cavallo tra Otto e Novecento - fino a Ravenna, dove il 21 Aprile si potrà ammirare la prima esposizione " a secco" dei 169 moduli che comporranno il mosaico pavimentale del giardino del labirinto "Il Filo e Le Ali", nello spazio antistante alle carceri. E, ancora, dal recupero del giardino monumentale della seicentesca Villa Da Lisca-Poggiani a Mizzole (VR), curato da Alberto Ballestriero che lo illustrerà il 28 aprile, alla Festa del “Prato in Fiera” a Treviso, prove di spazio pubblico per far rivivere un antico pezzo di città; da un convegno a Reggio Emilia sul “Muoversi nel Paesaggio” al roseto Millepetali realizzato al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Tanti altri ancora sono gli appuntamenti promossi e organizzati dai paesaggisti AIAPP per contribuire al miglioramento della conoscenza, conservazione attiva e alla tutela dei valori del paesaggio da parte di chi ha scelto il “Mestiere Paesaggista”.

“Per noi questo appuntamento rappresenta una vera e propria mobilitazione – afferma Annachiara Vendramin, presidente della sezione Triveneto-Emilia Romagna di AIAPP – non solo perché Giardini e Paesaggi aperti è oramai un appuntamento molto atteso e seguito da un pubblico, ma perché il tema di quest’anno ci permetterà di spiegare meglio la rilevanza del nostro lavoro, teso a valorizzare e tutelare gli spazi aperti, riorganizzandoli e modificandoli in relazione alle caratteristiche del paesaggio e alle esigenze di chi lo abita. Perché se, fortunatamente, il tema del paesaggio è diventato centrale nel dibattito culturale del nostro Paese, raramente si parla del Paesaggista, che oggi è un vero e proprio facilitatore dei processi di cambiamento chiamato a decifrare e progettare la complessità. Probabilmente è un concetto un po’ ostico, e per 'farlo passare' è quindi importante proporre di vivere l’esperienza di un paesaggio ridisegnato, di spazi pubblici o privati nel quale l’intervento del Paesaggista è stato o può essere significativo”.

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