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Cambiamenti climatici, dieci studenti trevigiani alle isole Svalbard

Lo scorso mese di luglio il North Exploring Treviso, progetto messo a punto dal professor Alessandro Monteduro dell'istituto Planck in collaborazione con il laboratorio Veneto del Cnr

MONTEBELLUNA C'era anche la bandiera di Alto Trevigiano Servizi a sventolare lo scorso luglio sopra al Centro ricerche dell’Università di Oslo delle isole Svalbard, specializzato negli studi sulle scienze polari e cambiamenti climatici. Ats ha infatti contribuito a finanziare  la speciale spedizione composta da dieci studenti trevigiani (6 del Liceo delle scienze applicate e 4 dell’Itis dell’istituto Max Planck) arrivati durante la scorsa estate all'estrema punta nord del territorio norvesegese per realizzare una serie di esperimenti finalizzati a comprendere meglio il fenomeno dei mutamenti climatici. Il North Exploring Treviso, questo il nome del progetto messo a punto dal professor Alessandro Monteduro dell'istituto Planck in collaborazione con il laboratorio Veneto del Cnr, ha puntato l'attenzione sulla misurazione delle concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica, il famigerato gas serra ritenuto uno dei principali responsabili  dell'innalzamento delle temperature del pianeta, di metano (il cui aumento sopra ai poli è causato dallo scioglimento del permafrost che si trova sotto il terreno) e soprattutto sulla stima dell'ammontare di particolato (meglio noto come polveri microsottili) che trasportato dai venti si deposita sopra gli accumuli ghiacciati dell'Artide. Quello dell'analisi dell'ammontare delle particelle suolo ai poli è peraltro uno dei più recenti fronti aperti dagli scienziati per valutare il tasso di scioglimento delle calotte di ghiaccio: le polveri sono infatti scure e trattenendo la luce solare fanno innalzare sensibilmente la temperatura al suolo, innescando processi di "consumazione" del ghiaccio che accelerano lo scioglimento.

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Sostenuta anche dal contributo economico di Ats, la spedizione degli "scienziati in erba" trevigiani ha lavorato fianco a fianco con lo staff di climatologi che opera nel centro ricerche, situato a pochi chilometri di distanza dalla cittadina di Longyearbyen che con i suoi duemila abitanti è l'insediamento urbano più a nord in tutto il pianeta. I dieci studenti, selezionati attraverso un bando interno agli istituti scolastici hanno predisposto gli esperimenti compiuti con l'utilizzo di rilevatori collegati a palloni sonda che hanno effettuato le misurazioni in quota ora in fase di analisi da parte del Cnr di Bologna. "I cambiamenti climatici - ha spiegato Piero Florian - non sono un mito, né si deve pensare che gli effetti si dispiegheranno soltanto nel lungo periodo. Le modificazioni della fisica atmosferica legate alle emissioni di gas serra, ad esempio, hanno già oggi conseguenze pratiche sulla vita delle persone, basti pensare ai mutati cicli atmosferici che condizionano non solo le temperature ma anche le precipitazioni piovose, andando ad incidere direttamente sulla quantità di acqua che viene messa a disposizione della collettività. Per questa ragione una società pubblica come la nostra, che si occupa proprio della gestione del ciclo idrico, ha ritenuto che il progetto fosse di grandissimo interesse e per questa ragione abbiamo deciso di fare la nostra parte contribuendo a fare sì che la spedizione potesse in effetti essere realizzata".

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"Inoltre - ha sottolineato Florian - il fatto che il progetto sia stato portato avanti da dei giovani rende l'intera esperienza ancora più significativa. Perchè se da un lato è urgente che i governi adottino azioni di contrasto all'inquinamento atmosferico prima che si arrivi al punto di non ritorno, dall'altro è essenziale che nell'opinione pubblica maturi una piena consapevolezza della portata del fenomeno, che va affrontato anche adottando, come cittadini, comportamenti virtuosi a iniziare dal risparmio energetico e in particolare ad un uso responsabile della risorsa acqua, che altrimenti rischia di diventare sempre più scarsa. In questa ottica il contributo che possono dare le giovani generazioni è fondamentale". "Una volta elaborati i dati - ha concluso l'amministratore delegato di Ats - realizzeremo una serie di incontri scientifici, in collaborazione con il Cnr e con la partecipazione dei nostri giovani scienziati, per illustrare i risultati e informare sul quadro che ci troviamo di fronte proprio per favorire da parte della gente le buone pratiche senza cui oggi è impossibile immaginare di vincere la sfida ambientale a cui siamo chiamati".

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