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Comunità energetiche rinnovabili: a Longarone il convegno sulle Green Communities

Venerdì 29 luglio l'incontro organizzato dal Consorzio Bim Piave Belluno e Centro Studi Bellunese. «Territorio che produce già 2,5 volte l’energia che consuma attingendo solo da fonti rinnovabili»

Si terrà venerdì 29 luglio, dalle 9.30 alle 13, a Longarone Fiere Dolomiti il convegno organizzato dal Consorzio Bim Piave Belluno in collaborazione col Centro Studi Bellunese dal titolo "Le comunità energetiche rinnovabili. Un’opportunità per il territorio bellunese". Per Comunità energetica rinnovabile (acronimo Cer), si intende un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Per il Consorzio si tratta di un importante passo avanti verso un nuovo scenario energetico basato sulla generazione distribuita, che favorirà lo sviluppo di energia a chilometro zero e di reti intelligenti.

I commenti

Il presidente Marco Staunovo Polacco spiega che «l'incontro vuole introdurre il tema per tutti gli attori potenzialmente coinvolti in vista dell’emanazione dei prossimi bandi a valere sulle risorse del Pnrr, evidenziando quali possono essere le opportunità per un territorio come quello bellunese che già oggi produce 2,5 volte l’energia che consuma e lo fa attingendo unicamente da fonti rinnovabili». Presente anche il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin: «In un periodo di rincari e prezzi folli per luce e gas, il tema delle comunità energetiche è quanto mai attuale. Una necessità, che un territorio montano come il nostro ha il dovere di far diventare una opportunità, visto che le dimensioni ridotte dei Comuni possono rappresentare una condizione ottimale per sperimentare forme particolari di produzione e autoconsumo di energia». A moderare l’incontro sarà Fabio Armanasco, Ricerca Sistema Elettrico. E a parlare per prima sarà la professoressa Gabriella De Maio dell’Università Federico II di Napoli che approfondirà l’inquadramento normativo in cui sono inserite le Comunità energetiche rinnovabili. Seguiranno le presentazioni di tre progetti pilota in corso che potranno fornire i primi feedback a supporto delle prossime progettazioni. Nello specifico Simone Canteri parlerà de “Il progetto pilota di Primiero San Martino di Castrozza”, Laura Borsieri de “La Comunità Energetica Rinnovabile di Riccomassimo” e Sergio Olivero de “L‘evoluzione della CER di Magliano Alpi”. Chiuderà il convegno Giovanni Piccoli che, come Bim Belluno Infrastrutture, presenterà lo scenario attuale della provincia di Belluno e le prospettive che il nostro territorio potrà avere nel costruire Comunità energetiche rinnovabili.

Roberto Padrin-3

Il presidente di Longarone Fiere Dolomiti, Gian Angelo Bellati, evidenzia la disponibilità della Fiera. Il suo ruolo di servizio per le comunità del territorio, a partire dai Comuni. Così come ha avuto modo di ospitare il convegno sulle Green Communities organizzato da Uncem, con il supporto del GAL Prealpi Dolomiti, lo scorso 15 luglio. «Convegni fondamentali, perché da una parte si parla di ambiente, dall'altra parte di lavorare insieme. Gioco di squadra per affrontare temi grandissimi e importantissimi che sono quelli, tradotti in gergo europeo, del Green Deal: la sfida ambientale. Sfida che noi come Longarone Fiere Dolomiti affrontiamo anche il 9-10-11 di settembre in occasione di Fiera e Festival delle Foreste. Cosa c’entrano le foreste con l’ambiente?  Agricoltura e foreste sono gli attori fondamentali per riuscire ad arrivare agli obiettivi del Green Deal, della sfida ambientale che ci si è posti per il 2050. Quindi vogliamo come fiera lavorare insieme con tutti, Ministeri, Commissione Europea, Uncem e tanti altri. Un gioco di squadra per vincere la sfida ambientale che riguarda tutti noi, che riguarda i nostri figli, che riguarda in particolare le montagne».

Pubblico (1)-2

Ad entrambi i convegni presente anche il Presidente di Uncem Veneto, Ennio Vigne: «Si tratta del primo convegno fatto nel Veneto per illustrare quelle che sono le Green Communities. Un convegno con i massimi esperti a livello nazionale, perché questa è un'opportunità, soprattutto per i territori montani. Ricordo che nel Veneto i comuni montani sono il 25% del totale, la montagna veneta conta circa 500mila abitanti, però un terzo della superficie della regione. Quindi un’attenzione particolare per queste opportunità, come lo sono anche le comunità energetiche, che il territorio deve saper cogliere facendo rete. In questo caso nella provincia di Belluno saranno le unioni montane, l'Ente Parco, il Consorzio BIM, che si impegneranno adesso per costruire una prospettiva progettuale che possa valorizzare il nostro territorio”. Mentre, nel ribadire quanto siano necessari per l’ambiente interventi straordinari e sempre più urgenti, l’Assessore regionale Gianpaolo Bottacin, in collegamento online, ha evidenziato che è una occasione da non perdere, soprattutto per i territori montani: “Perché quando noi pensiamo ai boschi, all'acqua, al paesaggio dell’ambiente montano, pensiamo a delle risorse che possono essere valorizzate, sfruttate nel senso nobile del termine, preservate, conservate. Che poi è quello che il cittadino della montagna ha sempre dimostrato di saper fare nel corso dei secoli”. A sintetizzare bene cosa rappresentano queste comunità ci ha pensato il Presidente nazionale di Uncem, Marco Bussone: «Le Green Communities uniscono una grande necessità dei territori montani. Rimanere in dialogo con le aree urbane, comporre un nuovo patto, intercettare opportunità e risorse che arrivano dal Pnrr con 130 milioni di euro in un bando che scade il 16 di agosto, ma soprattutto dal contesto nel quale le Green Communities si muovono, ovvero la sfida alla crisi climatica. Un'emergenza gravissima che vede la montagna, come anche la tragedia della Marmolada ha mostrato, protagonista è anticipatoria, sia nelle sfide, sia nelle risposte che deve dare. Con le Green Communities ci proviamo e insieme ai sindaci componiamo una strategia di futuro».

Gianpaolo Bottacin-2

Il bando

Un bando a scadenza ravvicinata quindi. Il perché lo ha spiegato Giovanni Bocchieri, Coordinatore Nucleo PNRR Stato-Regioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Infatti, tra i vari progetti che verranno presentati ci sarà tempo solo fino al 30 di settembre per individuare almeno 30 nuove Green Communities. Ma garantisce una facilitazione nella parte burocratica e nella predisposizione delle proposte. Inoltre, le risorse saranno ripartite utilizzando lo stesso schema del riparto FOSMIT. “Lo scopo è anche quello, in questa regionalizzazione, di sollecitare appunto l'orizzontalità e cioè un coinvolgimento non soltanto dell'aggregazione di comuni, che può essere estesa ad altri enti pubblici. Perché il PNRR è comunque un piano tra amministrazioni e questo è un punto caratterizzante del PNRR regionale che secondo me deve essere sempre valorizzato”.
Bocchieri ammette di non essere uno specialista di questi temi, ma ha potuto beneficiare dell’aiuto e della tutorship dell'On. Dario Bond che in questi mesi lo ha introdotto in diversi ambiti che riguardano la montagna. Proprio l’Onorevole Bond, presidente del Fondo comuni di confine, ha chiuso il convegno con un’indicazione rivolta agli amministratori locali e ai sindaci. Consigliando «un assessorato alla transizione ecologica, alle green communities in generale. Perché c’è tanta improvvisazione. Il tema sarà il tema del futuro. C’è bisogno che i comuni abbiano un focus ufficializzato sul tema. Seconda cosa c’è bisogno di una regia, quanto meno regionale. Anche nuova. Ci sarà un momento in cui finiremo le risorse del Pnrr e dobbiamo fare dei progetti che si autosostengano». Per Bond è fondamentale coordinare le rappresentanze del territorio. «Tenere in considerazione le nostre risorse, le foreste, le malghe, i pascoli, e cominciare a valorizzarle per darci un futuro». Riferendosi in particolare ai proprietari di boschi: privati, regole e comuni insieme. Parla quindi di “cominciare a costruire dei tavoli territoriali per trattare questo tema. Per affermare che per queste nostre risorse, se le manteniamo bene, se le valorizziamo, dobbiamo avere anche qualcosa in cambio”. Su questo la legge sulla montagna ha aperto una finestra, per la quale ognuno potrà essere padrone del proprio territorio e disporre delle risorse che gli vengono attribuite.

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