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Ventinove Comuni della Marca firmeranno il "Manifesto terre dell'acqua"

L'obiettivo è il riequilibrio e al rilancio del territorio e delle attività economiche, coinvolgendo le popolazioni locali, con il partenariato di soggetti pubblici e privati

TREVISO Le “Terre dell’Acqua”, il vasto ambito territoriale di 29 Comuni in provincia di Treviso, saranno al centro di un innovativo processo di sviluppo turistico sostenibile. Il Manifesto che i 29 Sindaci sottoscriveranno nella sede della Regione il 3 agosto a Venezia, delinea e ispira criteri e modalità di intervento all’insegna del valore identitario e del ruolo che nel tempo l’acqua ha svolto in quei luoghi. La spinta propulsiva al riequilibrio e al rilancio del territorio e delle attività economiche sarà favorita dal coinvolgimento pieno delle popolazioni locali e dal partenariato di soggetti pubblici e privati. I Sindaci delle Terre dell’Acqua, con azioni mirate a rafforzare la coesione e la condivisione delle popolazioni del territorio, sosterranno, in piena sintonia con la Regione, la candidatura delle Colline di Conegliano Valdobbiadene ad essere dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

Venerdì 3 agosto, alle ore 11, nella Sala Polifunzionale Regione del Veneto Palazzo Grandi Stazioni, Fondamenta Santa Lucia Cannaregio 23, Venezia, avrà luogo la cerimonia di sottoscrizione, in forma solenne, del “Manifesto per le Terre dell’Acqua” da parte di 29 Sindaci della Provincia di Treviso. Alla cerimonia interverranno Stefano Soldan, Sindaco del Comune di Pieve di Soligo, presidente dell’IPA Terre Alte, l’Ing. Luciano Fregonese, Sindaco del Comune di Valdobbiadene, presidente del BIM Piave, l’Avv. Walter Mazzitti, Coordinatore del Manifesto e del progetto “Le Terre dell’Acqua”. Concluderà l’Avv. Cristiano Corazzari, Assessore regionale al Territorio, Cultura e Sicurezza della Regione Veneto.

I 29 Comuni di: Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Codognè, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Follina, Fregona, Godega S. Urbano, Mareno di Piave, Miane, Moriago della Battaglia, Orsago, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, Santa Lucia di Piave, Sarmede, Segusino, Sernaglia della Battaglia, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vazzola, Vidor e Vittorio Veneto, tutti in provincia di Treviso, hanno recentemente deliberato l’approvazione del “Manifesto per le Terre dell’Acqua”, autorizzando i rispettivi Sindaci a sottoscriverlo nell’ambito di un’assemblea pubblica.

Il “Manifesto per le Terre dell’Acqua” è volto a valorizzare, all’insegna del ruolo vitale che in passato l’acqua ha svolto in quei luoghi, il territorio complessivamente inteso, coincidente e ricompreso nel sito candidato ad essere dichiarato patrimonio dell’Umanità. La sfida prioritaria lanciata dai Sindaci sarà quella di restituire all’acqua quel valore centrale che ha segnato le vicende storiche, culturali e di sviluppo delle economie locali, generando molteplici e diversificate identità, dalle attività artigianali alle pratiche agricole che nel tempo non solo hanno contribuito a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, ma hanno modellato e arricchito un paesaggio unico e irripetibile. I 29 Comuni delle Terre dell’Acqua esprimono l’esigenza di favorire una grande aggregazione tra cittadini, istituzioni pubbliche e private, università, imprese, fondazioni e associazioni e intraprendere, attorno a questo vitale “ totem identitario”, una solida e innovativa azione di recupero e riqualificazione del territorio identificato dal Manifesto con “Le Terre dell’Acqua”, riequilibrando realtà locali forti con altre più deboli, nel segno di un nuovo sviluppo turistico sostenibile.

Da un “Centro permanente per l’Acqua”, si darà avvio ad un grande progetto culturale per la conoscenza e la diffusione del valore della risorsa, che coinvolgerà i diversi livelli della società, quello scolare in primis, con programmi didattici e progetti formativi volti a favorire la tutela e valorizzazione dell’acqua, il rafforzamento della coesione sociale sul bene comune e delle capacità di reazione agli effetti dei mutamenti climatici ( inondazioni e siccità ), in termini di prevenzione, comunicazione e allerta precoce. Il Manifesto esprime una rinnovata e decisa presa di coscienza sulla esigenza di riportare i fiumi del comprensorio territoriale al centro dell’attenzione e alla volontà di contribuire ad accrescere la loro percezione come elemento di valore, in opposizione alla persistente tendenza a considerare il fiume ambiente marginale del territorio. C’è la volontà dunque, espressa nel Manifesto, di restituire ai corsi d’acqua – nella diversità dei loro contesti ambientali e culturali – un ruolo rinnovato, molteplice e centrale, per l’economia e lo sviluppo territoriale, attraverso la riqualificazione ambientale e il recupero non solo edilizio, dei manufatti artigianali abbandonati (mulini, magli, filande, ecc.) che hanno nel tempo assicurato sviluppo economico e sociale alle popolazioni del territorio grazie all’energia prodotta dall’acqua. Attraverso la realizzazione dell’“Albergo diffuso,” il recupero dei borghi spopolati, a cominciare da quelli che insistono in prossimità di laghi e corsi d’acqua, consentirà il rientro delle comunità nei luoghi di origine, con virtuosi risultati attesi, quali la valorizzazione del patrimonio edilizio, l’incremento della ricettività, lo sviluppo di attività commerciali e l’aumento occupazionale.

Un Distretto del Cibo, nei programmi del Manifesto, nasce con l’ambizione di intraprendere, tra agricoltori, cittadini, associazioni, imprese e istituzioni, un percorso innovativo di riposizionamento dell'agricoltura, mirato a coniugare qualità e sostenibilità, favorendo un'agricoltura compatibile con l'ambiente, valorizzando i prodotti di qualità della cultura del territorio e mettendo a disposizione dei giovani le condizioni e gli strumenti per trasformare con successo l’idea in prodotto, in un servizio o in un’impresa nei settori dell’ agroalimentare e del turismo. Il Manifesto afferma principi a cui ispirare il rilancio economico e sociale dell’ambito territoriale e descrive le linee di un futuro Piano strategico, segnando l’avvio di un percorso virtuoso e inclusivo delle attività e dei progetti già in essere. Saranno valorizzate ai massimi livelli le eccellenze dell’area, pievi, castelli, ville storiche, aree archeologiche, comprese quelle caratterizzate dalle produzioni vitivinicole di qualità, per porle alla attenzione del turismo nazionale e internazionale, attraverso l’infrastrutturazione, la creazione e l’aggregazione di una miriade di reti e circuiti integrati finalizzati al miglioramento dei servizi turistici in termini di ricettività, accoglienza e comunicazione.

Il Piano mirerà a promuovere la cultura della qualità e della bellezza, quali presupposti di sviluppo turistico e qualità della vita, con iniziative volte a sensibilizzare e sviluppare il senso di appartenenza delle popolazioni per favorire il loro completo coinvolgimento nel progetto, il cui successo richiederà l’aggregazione e la condivisione di tutte le componenti della società. La prima fase progettuale indicata dal Manifesto sarà affidata alla partecipazione ad un bando europeo che ha per tema la trasformazione delle aree urbane e rurali e i paesaggi culturali, storici e ambientali in centri di imprenditorialità e integrazione sociale e culturale, i cui risultati sono attesi per l’inizio del 2019. Si tratta di un’iniziativa che non conosce precedenti nel Paese. Il Manifesto evidenzia il grande desiderio delle istituzioni locali di lavorare uniti, in piena sintonia con il Governo regionale, per concorrere, da una parte, alla tutela e alla valorizzazione dello straordinario patrimonio idrico, autentico valore identitario delle nostre genti, e dall’altra a contribuire al riequilibrio e allo sviluppo sociale ed economico territoriale e a sostenere in maniera forte e convinta l’azione della Regione Veneto per il riconoscimento da parte dell’UNESCO delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a patrimonio dell’Umanità.

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