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Il Radicchio di Treviso Igp pensa ad un nuovo prodotto a residuo zero

Il presidente Andrea Tosatto: "I prodotti Igp rappresentano l’identità di un territorio, denotano qualità e sono sempre più presenti nel carrello. Serve però pensare al futuro in chiave salutare"

Alla fiera internazionale dell’ortofrutta (Macfrut 2021), nuovamente in presenza, il Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp arriverà con un prodotto freschissimo che sarà il primo della nuova stagione produttiva 2021/2022. Parte, infatti, dal primo settembre la raccolta della varietà precoce del radicchio di Treviso IGP, dal primo ottobre al via la stagione del Variegato di Castelfranco Igp mentre della pregiata varietà tardiva, dal 1° novembre, sarà avviata con un importante convegno che affronterà temi quali il rapporto tra salute è caratteristiche del territorio di produzione alla presenza di autorevoli relatori del mondo universitario e della nutrizione. Quella di Rimini (dal 7 al 9 settembre) sarà anche la cornice ideale per tirare le somme della scorsa annata, insolita a causa delle prolungate chiusure del canale horeca, che ha visto la produzione in crescita di circa l’8% per il Radicchio Rosso di Treviso Igp, rispetto all’annata 2019-2020, e una sostanziale invarianza del Radicchio Variegato di Castelfranco Igp.

Non mancano inoltre le novità per produttori e consumatori grazie all’entrata in vigore, con il 1° aprile 2021, delle modifiche al disciplinare di produzione per il Radicchio Rosso di Treviso IGP, le quali consentono di che anticipare al 20 ottobre di ciascun anno la data di inizio della raccolta per la tipologia tardiva; altri aspetti importanti rispetto alle modifiche ottenute, riguardano la maggior flessibilità data al packaging e permettere così di dare spazio sia alle esigenze di una distribuzione moderna che ai creativi che si occupano di comunicazione per le aziende confezionatrici, e l’adeguamento alle mutate esigenze agronomiche della coltura..

“I prodotti Igp rappresentano l’identità di un territorio, denotano qualità e sono sempre più presenti nel carrello, serve però pensare al futuro in chiave salutare, mi piacerebbe portare la denominazione verso un prodotto ancora più sostenibile, e quindi a ‘residuo zero’ – afferma il presidente Andrea Tosatto – ciò darebbe un valore aggiunto alla produzione e incontrerebbe il favore dei consumatori; per le stesse GDO sarebbe un plus non trascurabile nel mercato - e prosegue - la sfida rimane sempre quella di abituare sensibilizzare il consumatore a riconoscere la qualità e non fermarsi al prezzo, il Radicchio Igp è sicuramente un prodotto di nicchia e come tale deve essere un’eccellenza in tutti i mercati”

Una denominazione che guarda al domani e lo fa anche attraverso il prodotto trasformato, grazie al nuovo regolamento adottato dal consiglio di amministrazione in concomitanza con un piano di verifica interna dell’entità del fenomeno rispetto alle oltre 200 diverse etichette autorizzate dal consorzio in questi ultimi anni.

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