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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Quasi la metà delle batterie buttate funziona ancora: ecco lo studio di Savno e Ipsia di Conegliano

L’analisi ha preso in esame la “qualità” delle batterie AA e AAA conferite negli ecocentri di Godega di Sant’Urbano e San Fior. Le misurazioni evidenziano che l’11% delle batterie che finiscono in discarica è molto carica, mentre il 28% potrebbe avere una seconda vita in dispositivi diversi

Il 39 per cento delle batterie più comuni che finiscono negli ecocentri - quelle utilizzate per alimentare la gran parte dei telecomandi, sveglie e dispositivi domestici - potrebbe essere utilizzata ancora. A dirlo è uno studio effettuato dagli studenti della classe  4APE dell’istituto superiore Galilei settore professionale di Conegliano, con il supporto di Savno. L’analisi, condotta tra novembre 2021 e il febbraio scorso, ha preso in esame la “qualità” delle batterie AA e AAA conferite negli ecocentri di Godega di Sant’Urbano e San Fior, suddivise per fasce di tensione: molto scariche e scarsamente utilizzabili (meno di 1 Volt residuo), abbastanza scariche (tra 1,1 e 1,19 Volt residui), parzialmente cariche e ancora utilizzabili in molti apparecchi (tra 1,2 e 1,49 Volt residui), e molto cariche e utilizzabili ovunque, talvolta nuove (più di 1,5 Volt residui).

Curiosi i risultati emersi su un totale di 2.055 unità analizzate. “Le misurazioni evidenziano che una buona quantità di batterie buttate, l’11 per cento, è molto carica, mentre il 28 per cento potrebbe avere una seconda vita, se utilizzata in dispositivi diversi – spiegano i professori Luigi Pavan e Angelo Vanni, referenti del progetto, e la dirigente scolastica Maria Chiara Massenz – Secondo le rilevazioni, buona parte degli apparecchi elettronici di comune impiego, al netto dei diversi modelli sul mercato, potrebbero sfruttare cariche fino a circa 1 Volt”. La percentuale di batterie molto cariche gettate avrebbe potuto raggiungere addirittura il 15-20 per cento. “La media si è abbassata all’11 per cento a causa di valutazioni di prodotti già abbondantemente compromessi, ricoperti di ruggine e incrostazioni – evidenziano i docenti, che hanno seguito da vicino lo studio insieme ai ragazzi – Questo ci ha portato a pensare che spesso l’utente, per comodità, conservi le batterie per molto tempo prima di buttarle: se gli accumulatori venissero gettati subito, appena estratti dall’apparecchio, l’entità dello spreco sarebbe ancora più rilevante”.

“Questo studio aumenta la consapevolezza: utilizzare correttamente le batterie porta a un risparmio nel portafoglio e ad un impatto ambientale notevolmente ridotto – commenta il presidente di Savno, Giacomo De Luca – A volte, bastano semplici accortezze. Qualche esempio? Evitare l’acquisto di grandi pacchi di batterie perché potrebbero scaricarsi nelle confezioni, ricordarsi che poca carica per uno strumento potrebbe essere sufficiente per un altro e utilizzare batterie ricaricabili: dallo studio si evince che queste potrebbero essere riutilizzate anche per almeno una decina d’anni”.

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