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Treviso in ritardo come smart city, la peggiore tra le colleghe venete

Il capoluogo della Marca si colloca al 51mo posto nella classifica elaborata da Between con il patrocinio dell’Agenzia per l’Innovazione Digitale e dell’Associazione Nazionale Direttori Generali degli Enti Locali

Innovazione e competitività: secondo l'indice nazionale 2013 Treviso è in ritardo come "smart city".

Le cosiddette "smart city", le città intelligenti, le città che hanno maggiori possibilità di tenere il passo sia dal punto di vista della qualità della vita che da quello dello sviluppo economico. Innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale, mobilità meno inquinante rappresentano, infatti, scelte ineludibili perché le aree metropolitane possano offrire città vivibili e, allo stesso tempo, strutture competitive dal punto di vista economica, in un'era in cui i mercati della conoscenza, della cultura e del turismo prevalgono su quello tradizionale, quello industriale.

Nello “Smart City Index 2013”, elaborato da Between con il patrocinio dell’Agenzia per l’Innovazione Digitale e dell’Associazione Nazionale Direttori moGenerali degli Enti Locali, Treviso si colloca al 51° posto tra i 116 capoluoghi di provincia italiani, con un punteggio di 61,6 su 100.

Una performance negativa, soprattutto se raffrontata con quelle degli altri capoluoghi veneti:  Vicenza è al 12mo posto (80,3), Verona al 18mo (77,6), Padova al 20mo (76,3) e Venezia al 41mo (65,3).

Tra i nove indicatori che compongono la valutazione complessiva della classifica, Treviso guadagna una buona posizione solo per quanto riguarda copertura della banda larga, digitalizzazione dei servizi di trasporto ed efficienza energetica, mentre porta a casa la maglia nera per quanto concerne energie rinnovabili e risorse naturali.

"E’ evidente, ancora una volta, come il ritardo di Treviso nel contesto veneto delle smart cities sia in larga parte da attribuire alle scelte carenti ed inadeguate di chi ci ha amministrato negli ultimi vent'anni - osserva l'esponente di Impegno civile Treviso, Luigi Calesso - Una città in cui solo un terzo delle abitazioni è collegato al depuratore comunale, in cui l’acquedotto non raggiunge tutti i quartieri e gli sforamenti del limite di presenza di PM10 nell’aria è all’ordine del giorno non può che essere in una pessima posizione".

Tuttavia, sottolinea Calesso, "se la situazione che ci hanno lasciato in eredità le precedenti amministrazioni comunali è tutt’altro che esaltante, Treviso ha una possibilità importante per recuperare lo svantaggio ed il tempo perduto, quella di entrare compiutamente nella città metropolitana con Venezia e Padova e fare di questa 'massa critica' la porta d’accesso alla città innovativa e sostenibile del futuro".

Secondo lo "Smart City Index", infatti, le aree metropolitane di più ampie dimensioni sono maggiormente in grado di raggiungere gli obiettivi della “città smart” perché dispongono di maggiori risorse da utilizzare per i progetti di innovazione tecnologica e di mobilità sostenibile.

Quindi, conclude Calesso "Treviso può ancora diventare una smart city in tempo utile per godere dei benefici di questa scelta a livello di qualità della vita e di sviluppo economico sostenibile e la città metropolitana Padova-Treviso-Venezia è una carta decisiva da giocare anche per raggiungere questo obiettivo".

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