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Pm10 a Treviso, «A gennaio 2020 dodici sforamenti, quest'anno nessuno»

Luigi Calesso di Coalizione Civica mette a confronto i dati sullo smog nei primi 12 giorni di quest'anno e dell'anno scorso. «La colpa non è solo degli impianti di riscaldamento»

«Nei primi dodici giorni del 2020 la centralina in via Lancieri di Novara a Treviso aveva rilevato valori di Pm10 nell’aria superiori al limite dei 50 microgrammi. Dodici giorni di smog oltre i limiti senza nessuna limitazione alla circolazione legata al Covid e al lockdown. Quest’anno, al contrario, in presenza di zone rosse e arancioni, nei primi dodici giorni di gennaio non è stato rilevato nessun sforamento delle polveri sottili».

L'analisi arriva dal portavoce di "Coalizione civica Treviso", Luigi Calesso che lancia al Comune una riflessione: i livelli di smog a Treviso non sono influenzati solo dai riscaldamenti ma anche dalla circolazione delle auto. «Secondo l'assessore Manera invece - afferma Calesso - le emissioni inquinanti degli autoveicoli sono poca cosa rispetto a quelle causate dal riscaldamento degli edifici domestici e commerciali e, indubbiamente, l’argomento non è di poco valore. Anche eliminando dal conteggio i giorni 6 e 7 gennaio (in cui la concentrazione, nel 2020, è stata pesantemente aggravata dai panevin) la media delle rilevazioni giornaliere del periodo considerato è stata di 77,3 microgrammi lo scorso anno e di 23,4 nel 2021: meno di un terzo. Sicuramente su questo dato possono aver influito condizioni meteorologiche più favorevoli lo scorso anno al permanere delle polveri sottili e ha influito la chiusura dell’aeroporto (anche se l’attività aeroportuale) contribuisce in modo marginale allo smog. Ma non si può negare che anche la limitazione alla circolazione, con il conseguente ridotto utilizzo degli autoveicoli privati, abbia contribuito a rendere l’aria un po’ più respirabile. Non vorrei che l’enfasi posta dal Comune sulla responsabilità del riscaldamento domestico (in particolare quello da biomassa) nella formazione delle polveri sottili celasse una analisi tra costi e benefici tutta politica e propagandistica. Visto che limitare l’utilizzo degli autoveicoli non è certo vantaggioso a livello elettorale, puntiamo sul riscaldamento perché, al contrario, la concessione di contributi per la sostituzione delle vecchie caldaie non crea certo problemi di consenso, anzi. In fondo. è’ un calcolo scientifico anche questo» conclude Calesso.

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