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Giovedì, 25 Aprile 2024
Green Villorba

Sostenibilità ed innovazione: l'agricoltura "smart" del futuro riparte da qui

CIA Treviso ha inviato a Villorba gli esperti sulla prossima Politica Agricola Comunitaria 2023-2027 che destinerà all’Italia 7,1 miliardi di euro ogni anno

Sostenibilità e innovazione sono gli elementi chiave che andranno a delineare l’agricoltura del domani, con la nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) 2023-2027 che andrà a ridefinire le azioni e le strategie di sviluppo e di conseguenza i contribuiti a sostegno dell’attività e delle imprese agricole. CIA Agricoltori Italiani di Treviso ha riunito a Villorba un gruppo di esperti all’interno di un convegno tecnico che ha restituito un nuovo scenario entro il quale andrà configurarsi un nuovo modello di agricoltura “smart” che metterà in equilibrio produttività e sostenibilità seguendo il percorso della transizione ecologica.

“Le diverse criticità che sta vivendo il comparto, dovute alla contingenza delle situazioni internazionali e alla post pandemia ci fanno capire l’importanza di avere un’unica forte e consolidata politica agricola europea, robusta dal punto di vista finanziario che ci dia delle regole certe senza mettere i nostri produttori in concorrenza sleale con i produttori extraeuropei che esportano. – dichiara Paolo De Castro, europarlamentare e membro effettivo della Commissioni per Agricoltura e Sviluppo Rurale - La Politica agricola spesso viene messa sotto attacco ma in realtà ha portato risultati importantissimi per l’agricoltura europea non soltanto in termini di risorse ai nostri agricoltori ma in termini di politiche che hanno permesso una crescita straordinaria del settore. L’Europa infatti è una potenza agricola mondiale che nel 2021 registra oltre 200 miliardi di euro di export di prodotti agricoli: nessun continente al mondo ha questi risultati, gli Stati Uniti ad esempio non arrivano ai 130 miliardi di export.”

La nuova Politica Agricola Comunitaria che entrerà in vigore il 1 gennaio 2023, dopo un iter consultivo iniziato nel 2017 e che ha visto l’approvazione dei regolamenti in sede UE nel 2 dicembre 2021 e la prossima approvazione dei Piani Strategici PAC (PSP) per ottobre 2022, destinerà all’Italia 7,1 miliardi di euro ogni anno, rispetto ai 7,4 miliardi della PAC 2014-2020 (prorogata al 2022). La riforma della Politica Agricola comporta un taglio del contributo base che l’agricoltore percepisce, oggi il 55% + 30% di greening, diventando del 48% con la restante parte suddivisa in altri quattro pagamenti dedicati al raggiungimento di obiettivi specifici.

“L’agricoltura italiana è forte e resterà forte se va nella direzione dell’agricoltura “smart” con sostenibilità e innovazione come elementi imprescindibili” – spiga il prof. Angelo Frascarelli, presidente ISMEA – “ La nuova Politica Agricola Comunitaria va nella direzione dell’aumento della produttività connessa a una maggior sostenibilità seguendo un vero percorso di transizione ecologica. Davanti a noi abbiamo una stagione di innovazioni: produrremmo di più con meno agrofarmaci e concimi, realizzando gli obiettivi che i cittadini ci chiedono.” Nella sua relazione il prof. Frascarelli ha illustrato la novità introdotta con gli “ecoschemi” valevoli per il 25% del contributo e che saranno di cinque tipologie con uno stanziamento di 370 milioni di euro (42% dello stanziamento) per la zootecnica e il resto rispettivamente per inerbimento colturale pluriennale, oliveti di rilevanza paesaggistica, sistemi di foraggere estensive e colture di interesse mellidero.

L’italia ha confermato il sistema di titoli all’aiuto come strumento per l’erogazione dei contributi. I titoli subiranno un ricalcolo singolo nel 2023, con la Domanda Unica, con una convergenza progressiva che vedrà i titoli più alti calare e i titoli bassi crescere per arrivare ad un livellamento nel 2023. L’articolazione dei nuovi pagamenti diretti e la convergenza genererà una ridistribuzione del sostegno tra le imprese agricole e i territori con una penalizzazione delle regioni come Lombardia, Calabria, Veneto e Puglia e favorendo le aziende montane rispetto a quelle di pianura. Per i territori vocati alla viticultura, come la provincia di Treviso, verranno confermati gli strumenti ex-OCM vino (ristrutturazione e riconversione dei vigneti, promozione all’estero del vino “made in Italy”, ecc.) con uno stanziamento di 300 milioni all’anno e sarà prevista una proroga dell’autorizzazione all’impianto fino al 2045.

“La nuova PAC 2023-2027 è uno strumento che accompagna e cerca di sostenere le aziende agricole con un contributo economico che, in questa nuova programmazione, punta l’attenzione su 3 aspetti molto importanti: i giovani, la sostenibilità e l’innovazione . Temi questi strategici per un settore economico che sta soffrendo forse più di tanti altri e che ha bisogno di iniezioni di vitalità per continuare a svolgere il suo ruolo produttivo e sociale. Puntando su questi aspetti l’obiettivo finale è quello di produrre di più, con una qualità superiore e soprattutto in modo compatibile con la tutela ambientale. – dichiara Salvatore Feletti, presidente CIA Agricoltori Italiani Treviso – “Essendo una nuova progettazione e con una dotazione economica leggermente inferiore alla precedente, sicuramente i pagamenti subiranno delle modifiche ma il sistema dei criteri selettivi per attribuire il valore del pagamento permetterà a molte aziende che rispondo ai requisiti di ricevere valori superiori. Una piccola azienda (meno di 50 ha), condotta da un giovane che rispetta gli ecoschemi, avrà sicuramente un pagamento a ettaro superiore rispetto ad una azienda che non ha quelle caratteristiche.” 

Novità in previsione anche per i nuovi Piani di Sviluppo Rurale (PSR) che non la riforma PAC 2023-2027 avranno come obiettivi specifici il ricambio generazionale, l’innovazione e la sperimentazione e il ruolo attivo dell’agricoltore nel contenimento degli effetti negativi sull’ambiente. Il nuovo assetto, ha illustrato Franco Contarin direttore Adg FEASR Bonifica e Irrigazione Regione Veneto, prevederà la definizione di un Piano Strategico Nazionale (PSN) con le regioni che andranno a definire i Complementi per lo sviluppo rurale. La Regione del Veneto con il suo CSR ha scelto di attivare 45 strumenti, dei 72 ammessi dal PSN, a cui verranno destinati 824 milioni di euro dei quali 146 milioni provenienti dal bilancio regionale: saranno sei le priorità del CSR Veneto e nello specifico i giovani, la sostenibilità, l’innovazione, la vivibilità dei territori, le fragilità e la focalizzazione.

“Con questi strumenti l’azienda di autovaluta e definisce a quali misure presentare la documentazione per la partecipazione ai diversi bandi. Il PSR 2014-2020 in Veneto ha finanziato circa 50.000 soggetti, dato attestato a dicembre 2021.”  - spiega Franco Contarin, direttore Adg FEASR Bonifica e Irrigazione Regione Veneto – “Con il nuovo Complemento regionale Sviluppo Rurale PAC 2023-2027 il 43,6% delle risorse verranno destinate agli strumenti che riguardano ambiente, clima e benessere animale, mentre 66 milioni saranno le risorse destinate all’insediamento dei giovani agricoltori e avvio di imprese rurali, considerando che in Veneto solo il 6% dei titolari di imprese agricole iscritte alla camera di commercio ha meno di 35 anni.”

“La nuova PAC 2023-2027 punta sulla sostenibilità con un minor sostegno generalizzato e una scelta volontaria dell’agricoltore per attivazione delle azioni. Come reagiranno gli agricoltori a questo importante cambiamento?” – esordisce Samuele Trestini, professore Università degli Studi di Padova Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali – “Finora il greening era proporzionale al pagamento di base, invece ora gli ecoschemi sono indipendenti e sono dei pagamenti per dei servizi che l’agricoltore rende alla collettività. Le opportunità da questa misura saranno da ricercare proprio nell’ambito degli ecoschemi.”

Nella nuova Politica Agricola troverà più spazio l’aspetto mutualistico collegato alla gestione del rischio in agricoltura con 1,7 miliardi di euro destinati alle assicurazioni agevolate e ai fondi mutualistici e IST e 1,3 miliardi di euro destinati al fondo catastrofale. Una misura che ha la finalità di tutelare gli agricoltori contro rischi estremi e garantire l’accesso alle tradizionali polizze agevolate ad un costo più contenuto. Proprio il fondo mutualistico nazionale per i danni catastrofali, illustra il prof. Trestini nella sua relazione, è la novità di questa PAC che prevederà un prelievo del 3% dal plafond dei pagamenti diretti, con una dotazione di 363 milioni di euro all’anno.

“Le aziende agricole devono imparare a saper sfruttare i cicli positivi e resistere ai cicli negativi: su questa direzione si colloca il fondo di mutualità che compenserà le imprese che andranno a perdere più del 25% del proprio reddito” – spiega Samuele Trestini, professore Università degli Studi di Padova Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali – “Questo strumento anticiclico di gestione delle crisi non garantirà un livello standard di reddito, ma andrà ad attenuare la variabilità eliminando tutti i picchi negativi e proteggendo le imprese agricole dal rischio di fallimento.”

“La nuova PAC 2023-2027 secondo noi poteva essere ancora più ambiziosa e più coraggiosa perché, rispetto ai titoli storici, si poteva azzardare qualcosa in più rispetto alla convergenza. “ – esordisce Cristiano Fini, presidente CIA Agricoltori Italiani – “Gli ecoschemi sono un interessante innovazione che però esclude alcuni cereali, come il mais, e si questo una scelta diversa poteva essere fatta. Stesso discorso per la lotta integrata che il nostro settore già sta applicando in modo significativo e che poteva essere destinataria di maggiori risorse. L’aspetto molto positivo di questa nuova PAC, che come CIA abbiamo sempre sostenuto, è quello legato al fondo mutualistico: purtroppo l’agricoltura deve far sempre più conto con le calamità e il calo del reddito e questo strumento è potenzialmente molto importante, a patto che sia molto semplificato e snello rendendolo lo strumento di cui il paese ha bisogno. La Regione Veneto ha investito molto sul tema del ricambio generazionale e sull’innovazione, due ambiti che come Associazione riteniamo prioritari per la crescita e il futuro della nostra agricoltura. Credo però che rispetto all’innovazione sia un tema che vada portato avanti con più decisione: va bene il percorso verso la sostenibilità ambientale, e gli agricoltori sono disponibili ad accettare questa sfida, ma devono essere forniti gli strumenti per poter operare e che diano la garanzia della produttività. Concludendo le aziende agricole si devono strutturare in riferimento al mercato e la PAC dovrebbe essere un solo un complemento di aiuto.”

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