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Agromafie: massima attenzione anche nella Marca

E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione all’operazione antimafia della Dia di Palermo su infiltrazioni della criminalità organizzata nel mercato ortofrutticolo

TREVISO L’ortofrutta è sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi moltiplicano fino al 300 per cento dal campo alla tavola anche per effetto del controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in certe realtà territoriali. E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione all’operazione antimafia della Dia di Palermo su infiltrazioni della criminalità organizzata nel mercato ortofrutticolo. Questo non significa che un contagio nei flussi di merce non possono poi portare delle conseguenze anche nei territori della Marca trevigiana: “L’attenzione deve essere alta anche nella nostra provincia – sottolinea Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – L’argomento non ci rende certamente indifferenti, sia per un senso di solidarietà con quelle realtà agricole colpite direttamente da fenomeni malavitosi, ma anche perché ciò che l’Osservatorio sulle agromafie rileva ci dice che nessun territorio è immune dagli effetti nocivi di chi piega l’agricoltura a scopi criminali con gravi danni per la reputazione del made in italy e con rischi per la sicurezza alimentare”.   

Infatti, il volume d’affari complessivo delle mafie nell’agroalimentare è salito a 21,8 miliardi di euro secondo la Coldiretti con la filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita che è divenuta una delle aree prioritarie di investimento della malavita. Le mafie  condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria sottolinea la Coldiretti – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.

Polegato rilancia le parole del Presidente Nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, ma assicura anche che nella Marca l’argomento continuerà ad essere una priorità: “Abbiamo già portato in camera di commercio degli appuntamenti dell’osservatorio sulle agromafie, ma tratteremo presto il tema anche con il nostro Prefetto di Treviso che ha già dimostrato grandissima disponibilità e determinazione. Insieme non mancheremo di tenere alta l’attenzione sul tema”. Alla base della battaglia per tutelare il vero made in Italy c’è il patto con i consumatori:  “Le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto”.

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