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Politica

Molestie durante l'Adunata degli Alpini: «Polemica forzata e strumentale»

La politica veneta si spacca dopo le accuse mosse alle Penne Nere a Rimini. La vicepresidente della Provincia di Treviso: «Se ci sono denunce e fatti concreti saranno gli Alpini a chiedere giustizia»

«Le polemiche, quando sembrano strumentali e forzate, hanno il solo scopo di infamare e non servono ad un corpo che ha dato all’Italia, nel solo anno scorso, poco meno di 117 milioni di euro e 4 milioni di ore di lavoro gratuito».

A dirlo è Martina Bertelle, vicepresidente della Provincia di Treviso, intervenuta insieme a Mara Bizzotto, eurodeputato, Elena Donazzan, assessore regionale, e Silvia Rizzotto, consigliere regionale, sulle accuse mosse, tra le altre, dall'europarlamentare dem Alessandra Moretti in merito a presunte molestie subite da un centinaio di donne durante l'adunata degli alpini di Rimini. «Volontari veri, che si mettono in gioco con 5,6 milioni di euro raccolti, perché sono persone generose e perché la gente si fida di loro! Ci chiediamo - dicono le esponenti delle istituzioni presenti a Rimini - come si possano gettare ombre sugli alpini, gli stessi che in pandemia hanno garantito il supporto al sistema sanitario e sociale e da qualcuno celebrati e per il quale va tutta la nostra sincera gratitudine».

«Luce sulle accuse»

«Facciamo attenzione prima di rovinare tre giorni di adunata meravigliosa, di una ripresa della vita con il sorriso e nella giovialità - aggiungono le esponenti politiche - con tutta probabilità non si sa di cosa si stia parlando, dimostrando così di non conoscere per nulla questa realtà associativa parte dell’Italia migliore. Si faccia luce sulle accuse, ma se non risulterà nulla di ciò che si sta dicendo, chi pontifica oggi dovrà chiedere scusa domani. Dopo la strumentale polemica cavalcata certo per pura visibilità - continuano - siamo concordi con il presidente Favero quando dice che, se ci sono denunce e fatti concreti, saranno gli stessi alpini a chiedere giustizia. Noi c’eravamo, tutte. Ci siamo sempre, chi da 30 anni chi da qualche adunata. Abbiamo vissuto a Rimini, chi una giornata sola, chi tutti i giorni in mezzo alle piazze, tra la gente, cantando canzoni alpine e vivendo la giovialità tipica di questa festa di popolo. La gente perbene sa chi sono gli alpini - concludono -. Qualunque città, che ha avuto la fortuna di ospitare una Adunata, è rimasta innamorata di loro e del loro modo di essere. Così il sindaco di Rimini, che ha ringraziato, al termine dell’adunata, visibilmente commosso. Peccato che chi strumentalizza non fosse presente».

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