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Politica Centro / Calmaggiore

Assembramenti in centro, Calesso: «Si chiudano Loggia e maxischermi»

L'esponente di Coalizione Civica per Treviso si scaglia contro il Comune: «Andrebbero sospesi anche gli spettacoli. L’Amministrazione può compiere queste scelte senza danneggiare nessuno»

«La situazione degli “assembramenti” in centro storico verificatasi ieri (e non è escluso che si ripeta oggi) non può essere affrontata unicamente con la limitazione del passaggio in Calmaggiore (anche se a “regolare il traffico” c’è il sindaco in persona, presenza o presenzialismo che non mi pare di alcuna utilità per ottenere il risultato di ridurre la presenza di troppe persone nella strada). Al netto delle decisioni del governo nazionale (che non ha mai posto il Veneto in fascia arancione con tutte le conseguenze che ne derivano) e della Regione (impegnata unicamente nell’alternare l’”in piedi” e il “seduti” nei locali pubblici) l’amministrazione comunale può dare il proprio contributo eliminando i motivi di assembramento in strade e piazze dovuti alle proprie iniziative». A dirlo è Gigi Calesso di Coalizione Civica per Treviso.

«Si chiudano i megaschermi, si chiuda la Loggia dei Cavalieri e si spengano le sue luci, si sospenda lo svolgimento di spettacoli e iniziative organizzate dal Comune. L’Amministrazione cittadina può compiere queste scelte senza danneggiare nessuno: gli spettacoli, se possibile, verranno programmati quando l’emergenza Covid sarà superata, se ciò non è possibile la disdetta di su iniziativa permetterà al Comune di pagare chi doveva svolgere l’iniziativa anche se non ha potuto farlo. Per quanto riguarda Loggia e megaschermi, poi, non vedo alcun effetto economico negativo sulla loro chiusura - chiosa Calesso - Possono essere considerati provvedimenti dall’effetto molto limitato visto che la maggior parte delle persone va in centro per frequentare i locali, fare acquisti nei negozi o semplicemente passeggiare. Ma visto che è quello che l’Amministrazione può fare, e farlo subito, lo faccia per ottenere quel minimo di riduzione degli assembramenti che si può ottenere, da subito».

«Tra l’altro, la riduzione della possibilità di assembramenti in quei luoghi può avere efficacia anche maggiore della chiusura di Calmaggiore che, semplicemente, sposta il passaggio delle persone nelle vie alternative. Inoltre, il diuturno tentativo del Sindaco di convincere i cittadini a rispettare le regole contro gli assembramenti potrebbe risultare maggiormente credibile se la sua amministrazione eliminasse le occasioni di assembramento che essa stessa crea e che nulla hanno a che fare con la vitalità commerciale del centro storico, oltretutto. Se durante le giornate lavorative il problema degli assembramenti in centro non si riproporrà, megaschermi e Loggia potranno essere riaperti (anche se la loro chiusura definitiva sarebbe un omaggio al buon gusto, se non un contributo alla lotta all’epidemia). Oppure il sindaco preferisce ripetere la chiusura di Calmaggiore rieffettuandola personalmente con lo sfondo della rassicurante immagine di se stesso che campeggia sul megaschermo in piazzetta Moro?» conclude Calesso.

Le parole del PD Veneto

«La giornata di ieri non può che destare una forte preoccupazione. In uno scenario che vede già il Veneto in pesante difficoltà sul fronte dei contagi e delle vittime, gli assembramenti registrati nelle principali città sono segnali allarmanti di una situazione che appare fuori controllo». Lo dicono con un post sulla loro pagina Facebook i consiglieri regionali del PD Veneto. «Non bastano più gli appelli alla responsabilità dei cittadini da parte del Presidente Zaia. È evidente che di fronte a un quadro che si presenta sempre più serio servono misure e ordinanze chiare, che non siano ‘usa e getta’ dopo qualche giorno e che diano un messaggio preciso alla cittadinanza: il Veneto non può più permettersi di temporeggiare di fronte ad un bollettino che segna cento decessi ogni giorno».

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