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Accordo Ceta, aziende di Treviso e Verona a rischio: nessuna tutela

La senatrice di Fare! Patrizia Bisinella: "L’accordo di fatto rompe l’equilibrio che finora c’è stato tra i coltivatori e le imprese agricole europee e nordamericane"

TREVISO “È inconcepibile che prodotti come il formaggio Monte Veronese, il radicchio di Verona e di Castelfranco, gli asparagi di Badoere e Cimadolmo, o i marroni di Combai e la Casatella Trevigiana possano diventare imitabili. Per questo ho presentato un’interrogazione ai ministri per le Politiche agricole e forestali e degli Affari esteri e della cooperazione internazionale sul Ceta, ora oggetto di ratifica”. Lo dichiara la senatrice di Fare! Patrizia Bisinella. “L’accordo di fatto rompe l’equilibrio che finora c’è stato tra i coltivatori e le imprese agricole europee e nordamericane – dice -. Con l’eliminazione dei dazi si crea un enorme piano di scambio, che andrà a svantaggiare i produttori europei. La competizione si svilupperà tra soggetti diversi per dimensione e capacità di penetrazione nei mercati: gli americani giganteschi e liberi da troppe regole, gli europei più piccoli e con norme articolate e stringenti da rispettare.

Un dossier della Coldiretti parla chiaro: ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea su 291 non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese. Perplessità e preoccupazioni sono state espresse dalle associazioni rappresentative del settore agroalimentare dei territori delle province di Verona e Treviso: la ratifica dell’accordo per loro significa mettere a repentaglio la continuazione della propria attività. L’Italia non può accettare passivamente la banalizzazione del proprio patrimonio agroalimentare e dovrebbe invece farsi promotrice in Europa di una politica commerciale contro l’omologazione. Alla luce di tutto ciò chiedo ai ministri di illustrare in che modo intendano tutelare la produzione agroalimentare in generale e quella dei territori delle province di Verona e Treviso in particolare, al fine di salvaguardare l'eccellenza e la qualità delle produzioni e la leale concorrenza, scongiurando pesanti ricadute sull'economia di quei territori”.

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