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Bottacin replica a Zanoni sull'area di Premaor: «Falsità smentite dal Tribunale»

«Paradossale che, per sviare le responsabilità del governo sostenuto dal suo partito, il consigliere del PD tenti di accusare la Regione»

«Premesso che con l'evento meteo di questa estate non ci sono stati dissesti nel sito di Premaor a Miane (al centro di una lunga diatriba in merito alla realizzazione di alcuni vigneti ndr.), a differenza di siti limitrofi e boscati, nessuno ha mai gioito per i disboscamenti. Io gioisco perché il Tar ha sentenziato che la Regione ha operato in maniera assolutamente corretta secondo quanto disposto tra l'altro dalle disposizioni di legge approvate dal governo piddino di Gentiloni». Questa la replica dell'assessore regionale Gianpaolo Bottacin alle ultime dichiarazioni del consigliere del PD Andrea Zanoni.

«A Zanoni, dopo essere stato smentito sulle falsità che ha divulgato per mesi gettando discredito sul sottoscritto e sulla Regione - sottolinea l'assessore - ora non resta quindi che tentare di arrampicarsi sugli specchi. Aveva infatti detto che la Regione aveva autorizzato in modo illegittimo un intervento richiesto da un soggetto privato, esponendo i cittadini anche a rischio geologico. La realtà invece dimostra che la Regione ha agito in maniera lecita, garantendo il diritto di un proponente che legittimamente ha presentato una domanda e altrettanto legittimamente ha ottenuto l'autorizzazione».

«Se a Zanoni non va bene che questi interventi siano autorizzati, è sufficiente che dica ai suoi colleghi piddini al governo che cambino la legge, visto e considerato che la tutela dell'ambiente, glielo faccio presente qualora non lo sapesse, è competenza legislativa esclusiva statale. Paradossale quindi che, per sviare le responsabilità del governo sostenuto dal suo partito, tenti di accusare la Regione e il sottoscritto perché applichiamo le norme di legge. Non volendo nemmeno pensare che Zanoni voglia che la Regione si comporti in maniera illecita, non rispettando i diritti sanciti dalle norme, gli ricordo comunque che è un consigliere regionale. E come tale un atteggiamento del genere sarebbe estremamente grave, soprattutto se alimenta le legittime preoccupazioni della gente. Certo gioisco - conclude l'assessore - ma non per motivi pretestuosi, bensì perché finalmente un tribunale ha sancito la verità dimostrando che quanto diceva Zanoni era totalmente falso».

Queste le dichiarazioni del consigliere regionale Zanoni

«Un assessore all’Ambiente che esulta per la legittimità di un disboscamento di 8.000 metri quadri, per impiantare l’ennesimo vigneto all’interno di un’area vincolata nel cuore del sito patrimonio Unesco delle Colline del Prosecco, dovrebbe chiedersi se non abbia sbagliato mestiere o se sia la persona giusta al posto giusto». Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico risponde all’assessore Bottacin dopo la sentenza del Tar del Veneto sul caso del vigneto a Premaor di Miane, con cui è stato respinto il ricorso dei residenti. «Bottacin esulta, ma dovrebbe studiare un po’ di diritto e sapere che la sentenza di un Tar non è legge. In Italia c’è un secondo grado di giudizio presso il Consiglio di Stato e potrei citargli svariati casi di sentenza ribaltata in appello a favore dei ricorrenti e dando quindi palesemente torto a Regione e Tar del Veneto. La cosa che mi sorprende è come non si renda conto che quanto accaduto è un autogol: se la sentenza venisse confermata, sarebbe la prova di come il sito Unesco non contribuirà a tutelare l’ambiente».

«In ogni caso - continua Zanoni - la Regione non fa una bella figura, perché rivendica la scelta di consentire nuovi vigneti in una zona vincolata, patrimonio dell’umanità, e lo fa con i soldi dei contribuenti, colpendo tre famiglie che legittimamente hanno tentato di difendere le loro abitazioni e il diritto a vivere in un’area sana e tutelata. Bottacin dovrebbe preoccuparsi, insieme alla Giunta di cui fa parte, di lavorare per cambiare leggi sbagliate e dannose e contrastare l’emergenza ambientale associata all’emergenza climatica. In un quadro del genere - attacca ancora il consigliere PD - i cittadini del Veneto si aspetterebbero che la Regione lottasse per difendere il territorio e la sua biodiversità, opponendosi ai disboscamenti anziché schierarsi con chi vede nell’ambiente solo un motivo per fare profitto. Oltretutto siamo di fronte a una situazione non più sostenibile neanche dal punto di vista economico. Un’azienda storica ha recentemente tolto il nome Prosecco dal proprio vino e ha proposto di fare altrettanto al Consorzio Docg perché considerato troppo generico e banalizzante, quasi un disvalore. E ciò dipende da una politica fallimentare della Regione, con incentivi a pioggia, 580 milioni di fondi pubblici in 10 anni al settore vitivinicolo, e autorizzazioni di nuovi vigneti, che hanno portato alla saturazione del mercato e al crollo del prezzo di vendita». 

«Se invece Bottacin è ancora convinto della bontà della sua scelta, gli consiglio un paio di letture. La prima è il report Veneto Sostenibile, illustrato anche in Consiglio regionale;  in teoria dovrebbe conoscerlo bene, evidentemente lo ignora del tutto. Scoprirà che il Veneto è maglia nera in Italia per quanto riguarda l’obiettivo ‘Vita sulla terra’, uno dei 17 previsti dall’Agenda Onu 2030, ovvero tutela dell’ambiente e della biodiversità. La seconda è l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco dove si ricorda che ‘l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità’, ‘eredità comune’ da amministrare e non da distruggere e si sottolinea che ‘la cura degli ecosistemi richiede uno sguardo che vada aldilà dell’immediato, perché quando si cerca solo un profitto economico rapido e facile, a nessuno interessa veramente la loro preservazione’. Due letture - sottolinea Zanoni - che potrebbero essergli utili per fare davvero l’assessore all’Ambiente e non ‘contro’ l’ambiente». 

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