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Cave, M5S: “Ok lo stop alle escavazioni a Treviso, ma volevamo emendamenti per la tutela del territorio”

"La situazione della cava Morganella ha portato, ad esempio, a una sanzione di oltre 4 milioni di euro. E' ora che la regione si doti del Prac, ovvero il piano regionale dell'attività di cava che manca addirittura dal 1982"

TREVISO I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle intervengono sul tema delle cave, trattato martedì in consiglio durante la discussione del collegato alla legge di stabilità. “Condividiamo la decisione di non concedere alcun ampliamento su Treviso – spiega Simone Scarabel – questa provincia ha avuto fino a oggi una sorta di monopolio a livello regionale. Vogliamo comunque sottolineare come la maggioranza non abbia voluto accogliere un emendamento sanzionatorio molto importante, che vietava di concedere ampliamenti alle aziende sanzionate per infrazioni alla normativa corrente”.

“Questo emendamento – dice Scarabel – avrebbe impedito una volta per tutte altri casi come quello emerso in questi giorni proprio in provincia di Treviso, dove la situazione della cava Morganella ha portato a una sanzione di oltre quattro milioni di euro. Anche in questo caso siamo stati profeti inascoltati, dato che abbiamo presentato un esposto sull’argomento quasi un anno fa”. “Sarebbe stato opportuno accogliere emendamenti che potevano diventare molto importanti per la tutela del territorio – si rammarica Manuel Brusco – come quello del reinserimento delle fasce di rispetto sugli ampliamenti concessi nelle vicinanze delle zone residenziali”.

“Ma anche – continua il consigliere – la proposta emendativa che andava a colpire le aziende già sanzionate in passato per non aver rispettato il tetto di escavazione impostogli tramite assicurazione”. “Abbiamo votato contro il provvedimento complessivo – conclude Brusco – non perché il Movimento 5 Stelle sia contrario alle escavazioni per partito preso, ma perché riteniamo importante che il governo di una delle regioni più scavate d’Italia si doti nel più breve tempo possibile di una programmazione – il cosiddetto Prac ovvero piano regionale dell’attività di cava, che manca addirittura dal 1982”. 

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