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Chiusure per Covid, Casartigiani: «Parrucchieri e baristi non sono appestati.»

Il direttore D’Aliberti: «L’annuncio di Draghi è stata una doccia fredda. Un altro mese senza incassi e con sostegni irrisori sarà devastante per tutti i servizi alla persona, come per i bar e la pasticcerie»

Nei giorni scorsi parrucchieri ed estetisti, ma anche baristi e pasticceri, hanno intravisto la possibilità di riaprire dopo Pasqua, speranza spazzate via dalle parole del premier Mario Draghi. «Non capiamo come si possa decidere di riaprire le scuole, ma non attività come quella dei parrucchieri ed estetisti che quest’anno hanno fatto molti sacrifici per riuscire a lavorare in sicurezza. Lo stesso vale per bar e pasticcerie. Rispettando le regole, non sono attività pericolose. I servizi alla persona sono trattati come attività di serie B», dice Salvatore D’Aliberti. Il direttore di Casartigiani Treviso con il rappresentante della categoria parrucchieri ed estetisti Vincenzo Dal Zilio ha scritto a tutti i parlamentari trevigiani, al presidente della provincia Stefano Marcon e al sindaco Mario Conte chiedendo che “le attività relative ad acconciatori, barbieri, estetiste, ed altri servizi alla persona possano essere ricomprese tra quelle ritenute indispensabili per la popolazione e quindi possano tornare ad essere aperte in zona rossa”. 

La chiusura di queste attività «sta favorendo in maniera indiscriminata il lavoro porta a porta da parte di operatori abusivi elevando il rischio contagio, e questo indebolisce ulteriormente le attività regolari che stanno rispettando tutte le norme», sono le parole di Vincenzo Dal Zilio. «Un altro mese di chiusura minerà la sopravvivenza di molte aziende per la scarsità dei sostegni. I negozi in cui si svolge attività di servizi alla persona, estetiste, tatuatori e trattamenti delle unghie sono stati adeguati secondo le normative di contenimento della pandemia; le procedure di lavoro sono state adattate alle dimensioni dei locali, con ricevimento esclusivamente su appuntamento della clientela, e con tracciabilità di orari nei sistemi gestionali delle aziende. Quest’anno il personale è stato formato per rispettare i protocolli Covid, i negozi sono stati messi in sicurezza. Eppure dobbiamo rimanere chiusi, quando restano aperta attività molto più a rischio».

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