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In piazza contro il Ddl Zan, Prima i Trevigiani: «Corteo indecoroso e al limite della decenza»

Il partito della destra critica il sindaco Conte per aver dato il nulla osta alla passeggiata transfemminista organizzata da "Non una di meno": «Perché bloccare le piazze a chi vuole manifestare pacificamente per poi permettere questo?»

«Il nostro caro sindaco Mario Conte ci deve spiegare perché si usano due pesi e due misure bloccando le piazze a chi vuole manifestare pacificamente (in riferimento ai sit-in non vax, ndr.)! Indipendentemente da quali siano le idee personali dei cittadini, il sindaco ha difatti autorizzato questo corteo indecoroso per l'immagine della città nel quale, di fronte a commercianti e famiglie con bambini, hanno attraversato la città donne/uomini seminudi o vestiti al limite della decenza per protestare contro la mancata approvazione in Senato del DDL Zan». A dirlo sui social è il partito di Prima i Trevigiani che si è scagliato contro il sindaco di Treviso per aver dato il nulla osta alla passeggiata transfemminista organizzata per ieri pomeriggio in centro città da "Non una di meno". La risposta del sindaco non si è però fatta attendere: «Un sindaco non può vietare una manifestazione, anche perché nei giorni scorsi si parlava di "dare la disponibilità di Piazza dei Signori". Spero sia chiaro».

Il corteo, con diverse decine di persone al seguito, ieri si è comunque propagato da via Roma fino a Piazza Borsa per dare dignità alle cosiddette "Slut Walk", ovvero quelle sfilate per le vie della città in abiti volutamente appariscenti e provocatori. Una forma di contestazione già molto diffusa Oltreoceano e nei paesi nordici. «Ci riprendiamo le strade per far sentire la voce di tuttə coloro che vogliono il Ddl zan e molto altro ancora - commentano le organizzatrici - Siamo pronte a lottare contro il patriarcato. Siamo streghə, ma voi ci chiamate mostri. State provando a negarci i diritti e la sicurezza, ma noi ci riprendiamo la libertà tutti i giorni. Non avete vinto voi con le vostre urla da stadio in Senato, per questo ci riprendiamo le strade».

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