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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Dialetto veneto: il consigliere Guadagnini chiede al Governo di riconoscerla come lingua

Antonio Guadagnini, consigliere regionale di Siamo Veneto, ha affermato come "la lingua veneta debba essere riconosciuta da Roma al pari delle altre lingue minoritarie italiane

TREVISO Con la legge del 15 dicembre 1999 n. 482 “Nome in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” il parlamento italiano ha voluto proteggere le minoranze linguistiche, ignorando scandalosamente il Veneto e la sua lingua.

Già nel 1988 il Consiglio d'Europa ha affermato nel preambolo della "Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie", "il diritto delle popolazioni ad esprimersi nelle loro lingue regionali o minoritarie nell'ambito della loro vita privata e sociale costituisce un diritto imprescrittibile" e più avanti “la difesa e il rafforzamento delle lingue regionali o minoritarie nei vari paesi e nelle varie regioni d'Europa, lungi dal costituire un ostacolo alle lingue nazionali, rappresentano un contributo importante all'edificazione di un'Europa basata sui principi di democrazia e di diversità culturale".

Gli stati più avanzati e rispettosi dei diritti delle minoranze hanno capito che quando un popolo è cosciente della propria identità, è più disponibile alla comprensione delle culture altrui ed è più rispettoso delle caratteristiche e delle peculiarità degli altri popoli. Il veneto è oggi una lingua parlata correntemente dalla stragrande maggioranza del nostro popolo ed è quella con la percentuale di parlanti più alta fra le lingue parlate dai vari popoli presenti all’interno dello stato italiano secondo l’ultima statistica Istat. Antonio Guadagnini Consigliere Regionale di Siamo Veneto afferma come "la lingua veneta deve essere riconosciuta da Roma al pari delle altre lingue minoritarie come il sardo, il friulano, l'occitano o il ladino. Non capisco infatti perché il veneto non possa essere annoverato tra le lingue degne di tutela, al pari di quelle già presenti nella legge n. 482; si tratta di una discriminazione senza senso che il mio progetto di legge statale approvato dal consiglio regionale vuole superare".

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