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Comunali 2019, il segretario del Pd di Treviso: «Arretramento innegabile»

Giovanni Zorzi commenta in maniera molto dura i risultati delle votazioni di domenica scorsa. Il Pd ha perso Comuni importanti di fronte all'ondata di consensi ricevuta dalla Lega

Tempo di bilanci per Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Pd di Treviso. In una lunga serie di dichiarazioni Zorzi ha commentato in maniera molto diretta i risultati emersi dalle urne dopo le votazioni di domenica scorsa nella Marca.

«Con le elezioni amministrative di domenica il Partito Democratico ha subito un innegabile arretramento in provincia di Treviso. In alcune zone della provincia i candidati di riferimento del Pd e del centrosinistra non sono riusciti a esprimere la forza competitiva adeguata a reggere l'urto con i candidati leghisti, come in Pedemontana e nel Vittoriese. Nella cintura urbana di Treviso sono state penalizzate le amministrazioni di Maserada, Carbonera, Ponzano Veneto e Casier. Nella Castellana per la prima volta la Lega è riuscita a conquistare il comune di Loria. A Paese resta il rammarico per un ballottaggio sfumato di pochi voti: la candidata Lorenzetto e la sua squadra hanno comunque svolto un lavoro egregio che farà da solida base per l'impegno futuro in uno dei comuni maggiormente segnati dal malgoverno leghista. Il grande lavoro fatto da Carola Arena e dalla sua amministrazione a Mogliano Veneto è stato più forte del vento contrario e ha trascinato il candidato leghista alla sfida corpo-a-corpo del ballottaggio.

In questo quadro - prosegue Zorzi - assumono quindi ancora più valore le vittorie delle liste civiche da noi supportate con i nostri candidati a Pieve di Soligo, Pieve del Grappa, Roncade, Asolo, Monastier e Zero Branco nonché nei diversi comuni in cui il contributo dei circoli del Pd è stato determinante per la sconfitta della Lega, e, soprattutto, il grande successo di Paolo Galeano a Preganziol, merito di un sindaco di qualità e di un gruppo di assoluto spessore sul piano politico e umano. L’esito complessivo in provincia è stato senz’altro condizionato dalla forte affermazione della Lega come partito nazionale, allo stesso modo in cui nel 2014 siamo stati agevolati dall'eccezionale ondata di consensi del Pd di Renzi che ha dato inizio alla stagione amministrativa che si è chiusa domenica. Treviso si è confermata la provincia più leghista d’Italia: non possiamo però limitarci a questa chiave di lettura che suonerebbe troppo consolatoria e fatalista. Non cerchiamo quindi alibi o capri espiatori per questo risultato negativo. La propaganda mistificatrice di Salvini e la forza del simbolo, dietro cui la Lega ha saputo astutamente nascondere i suoi candidati, non possono essere il solo tema di riflessione. 

Quello che ora dobbiamo fare - conclude il segretario - è gestire con cura e attenzione la fase di comprensione degli errori commessi, alcuni fatti nel corso dei cinque anni di mandato, altri negli ultimi mesi di campagna. Senza avvitarci in inutili riflessioni autoreferenziali, serve subito lo scatto per ripensare e mettere in campo un’iniziativa politica che dia senso all’impegno dei nostri militanti e amministratori nel territorio più difficile d'Italia e offra una speranza a chi non si riconosce nella destra oltranzista di Salvini. Ci sono numerosi movimenti civici che hanno dimostrato una loro forza rispetto allo strapotere della Lega, ci sono mondi che continuano a guardare a noi come riferimento di tutta una serie di battaglie, da quelle ambientali alla lotta in difesa della sanità pubblica: il Pd deve ripartire da una collaborazione ancora più stretta con queste realtà. Domenica ci è stata consegnata la grande responsabilità di essere la prima linea dell'argine alla deriva verso cui Salvini vuole trascinare il Paese. Affrontiamo questo compito con umiltà, consapevolezza e coraggio».

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