Bufera nella Lega, Granello prende le distanze dalla scelta delle liste
Il segretario della Lega trevigiana prende parola e mette le mani avanti: nella scelta dei candidati a Camera e Senato, la segreteria provinciale non ha avuto voce in capitolo
La base ribolle, i sindaci trevigiani preparano lo sciopero bianco e minacciano di non andare a votare. Ma lui il capro espiatorio non intende farlo.
Giorgio Granello, segretario provinciale della Lega, prende le distanze dalle scelte fatte dalle segreterie nazionale e federale in merito alle liste depositate per Camera e Senato e all'esclusione di molti trevigiani dalla corsa in Veneto.
“Ho appreso con stupore il posizionamento troppo basso di Vallardi, sinonimo di non eleggibilità – ha dichiarato Granello a La Tribuna di Treviso – E non nascondo il disappunto nel vedere che qualcuno della mia segreteria sia in lista, in posizione di eleggibilità”.
Quel qualcuno è Arnaldo Pitton, il vice di Granello, che rischia di essere sfiduciato prima di essere eletto.
“Ricordo – ha aggiunto Granello – che la segreteria provinciale si è limitata a fare la raccolta delle autocandidature alle politiche, poi girate a Flavio Tosi. Gli abbiamo dato una lista in ordine alfabetico – ha sottolineato – senza favoriti”.
“Mi ero candidato anch’io, ma d’ufficio. Poi però, quando si è trattato di fare la vera scrematura nazionale, ho ritirato la mia candidatura, auspicando facesse lo stesso anche chi siede alla mia segreteria – ha concluso – Non è andata così”.