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Smog, flop delle misure contro emergenza atmosferica

Livelli di PM10 sforati per oltre 50 giorni a Treviso. Calesso (Impegno civile): "Come volevasi dimostrare: inutili le misure contro l’emergenza atmosferica"

In materia di inquinamento Treviso non si smentisce. Nel 2012 la città ha sforato per oltre 50 giorni, nel solo periodo di vigenza delle “misure antismog”, i livelli di guardia del PM10. Record che sembra destinato a essere doppiato nel 2013.

Accantonate le domeniche ecologiche, per cercare di contenere lo smog il Comune di Treviso ha imposto il divieto di transito per gli automezzi più inquinanti nelle fasce orarie centrali delle giornate lavorative e l’obbligo di mantenere una temperatura massima di 19 gradi nelle abitazioni e di 17 gradi in uffici e negozi .

Interventi - rileva Luigi Calesso, candidato consigliere di Impegno Civile alle comunali - "che si sono rivelati privi di reale valore nel contenimento dell’inquinamento atmosferico", stando al numero di sforamenti registrati.

In particolare, Calesso punta il dito contro il blocco dei veicoli "no-kat": "A dimostrazione di quanto l’amministrazione comunale reputi il blocco degli automezzi più inquinanti un intervento puramente formale - accusa il candidato consigliere - non risulta siano stati effettuati controlli, né elevate contravvenzioni per il mancato rispetto del divieto durante i sei mesi di vigenza".

Da parte sua l'amministrazione comunale si difende, sostenendo che manca una concertazione con i livelli amministrativi superiori che sarebbe necessaria per rendere i provvedimenti antismog veramente efficaci.

"Eppure - rileva Calesso - molto si sarebbe potuto e si potrebbe fare con risultati concreti anche limitandosi al territorio cittadino".

L'esponente di Impegmo Civile sostiene che da anni i Comuni, grazie al decreto “Benzene” del 1998, al premio “Città sostenibili”, ai finanziamenti previsti a livello nazionale e all'iniziativa “Comuni solarizzati”, hanno a disposizione strumenti normativi e risorse economiche attuare pianificazioni organiche e interventi specifici per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

"Molti Comuni sono intervenuti - accusa Calesso - Treviso è rimasta ferma".

"Non si sono mai svolte - cita ad esempio Calesso - delle 'domeniche ecologiche' degne di tal nome e quindi il Comune non ha avuto accesso ai relativi finanziamenti statali. Non sono stati avviati tutti gli interventi che in molte altre città sono stati gradualmente attivati già dalla fine degli anni Novanta e che ci avrebbero permesso, se non altro, di contenere l’incremento esponenziale dello smog".

"Ci sono, dunque, gli strumenti per intervenire e c’erano anche i finanziamenti - prosegue Calesso - ma l’amministrazione trevigiana finora non ha varato nessuna iniziativa per favorire scelte di mobilità e di risparmio energetico che contribuiscano alla riduzione dell’emissione di sostanze inquinanti".

E incalza: "Ci accontenteremmo di sapere, in ogni caso, quanti e quali controlli l’amministrazione ha effettuato per verificare il rispetto sia dei divieti di circolazione degli autoveicoli dotati dei motori più inquinanti che dei limiti di temperatura in abitazioni e negozi. Nel caso in cui questi controlli siano stati effettuati - conclude - ci aspettiamo che l’amministrazione sia in grado di comunicare ai cittadini i risultati dei controlli stessi, il numero e la motivazione delle contravvenzioni elevate".

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