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Femminicidio, Preganziol Cultura Informazione prende posizione

Da Lerici a Preganziol, preoccupa il diffondersi di sentimenti misogini nella Marca trevigiana, dopo le dichiarazioni dell'assessore Tronchin

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Tira una brutta aria da queste parti. E’ il vento dell’arretratezza culturale che parte dalla Liguria e arriva diretto nella Marca Trevigiana. Persone con ruoli pubblici importanti, un parroco, un assessore, fanno del bieco moralismo sulla pelle delle donne.

E la cosa peggiore è che lo fanno sulla pelle delle donne violate o ammazzate. L’Italia ha un record terribile in questo: un femminicidio ogni due giorni nel 2012.

Qui non si scherza, non ci si possono permettere predicozzi  falsamente moralistici né commenti leggeri su Facebook; ogni donna che viene violata, maltrattata, ammazzata, riveste una pesante sconfitta per tutta la società italiana.

Veniamo da vent’anni in cui la figura della donna è stata oggetto di pesanti strumentalizzazioni, il suo corpo reso merce; e questo è passato come messaggio culturale pregnante.

Non c’era davvero bisogno di tornare a questi biechi commenti maschilisti.

Cosa significa “provocare”? Significa forse che il maschio italiano ha biechi istinti a cui non sa sottrarsi? Che è sufficiente che una ragazza vesta in modo poco conforme ad una vecchia morale, per scatenare il bisogno di stupro o la follia omicida in un uomo? Significa che una donna non può respingere degli approcci non graditi, senza temere di essere massacrata di botte? Significa che una donna deve aspettarsi ritorsioni e violenze di ogni genere se decide di lasciare un uomo o se vuole affermare la propria identità all'interno di una coppia?

Quello che serve alle nostre comunità è il ritorno ad una vera cultura di genere che riporti dignità e rispetto per le donne. Una cultura che permei  la società, che sia per le nuove generazioni un supporto per una crescita civile e moderna, in cui le donne abbiano gli stessi diritti degli uomini: sul lavoro, in famiglia, all’interno della comunità in cui vivono.

Serve una rinascita etica che passi da investimenti umani ed economici  in tutti  settori  in cui l’educazione, la prevenzione, il sostegno alle persone sono fondamentali per una crescita sana e consapevole degli individui.

Serve poi la consapevolezza dell’importanza che chiunque abbia un ruolo pubblico, deve farsi portavoce delle istanze di tutti i cittadini, non di un suo sentire personale.

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