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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Centro

Flash-mob degli studenti: «Vogliamo solo tornare a scuola, basta Dad»

I ragazzi della della Rete degli Studenti Medi nella mattinata di venerdì hanno manifestato di fronte alle scuole venete per protestare contro l'attuale politica sull'istruzione

Anche questo venerdì in tutto il Veneto non sono mancati all’appello numerosi ragazzi e docenti che hanno seguito, davanti alle loro scuole, le lezioni in telematica, protestando contro il «silenzioso assenso che circonda il tema dell’Istruzione in questo momento». Così nelle città principali della regione i ragazzi e le ragazze della Rete degli Studenti Medi, collaborando con i gruppi locali di "Priorità alla Scuola", hanno chiesto a gran voce un ritorno tra i banchi pianificato e sicuro, muovendo in tal modo le loro critiche all’operato del Ministero e della Regione riguardo la pianificazione e la gestione delle tematiche scolastiche. A gran voce i ragazzi hanno sollecitato una possibilità di incontro e colloquio con le parti coinvolte, in primis l’Assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan in quanto «questo costituirebbe un momento necessario per effettivamente esprimere i dubbi e presentare concrete proposte a problematiche mai veramente risolte».

«Il nostro messaggio questa volte vuole essere ancora più forte e significativo - dichiara Martina Buffolo della Rete degli Studenti Medi del Veneto - finalmente torna in ballo la discussione su un possibile ritorno a scuola, siamo felici ma non soddisfatti. Non vogliamo che si cada in errore: questo è il momento per rilanciare e concretizzare un’idea di scuola che sia veramente a misura di ogni studente e studentessa, che non risulti opprimente alimentando il già preoccupante dato di abbandono scolastico nella nostra regione e nel nostro Paese. L’abbiamo spiegato nel dettaglio in una lettera, inviata alla Regione, che vede riassunti i temi principali in cui è necessario si ponga l’attenzione mirata di politici e media. Lo diciamo chiaro e tondo: la scuola che vogliamo trovare a gennaio, non è quella di settembre, men che meno quella che abbiamo visto svuotarsi a febbraio, a inizio pandemia!».

Davanti le scuole, oltre a studenti muniti di quaderni, computer e cuffiette, è stata affissa simbolicamente anche la grande lettera che tratta i temi fondamentali sul rientro (come i trasporti pubblici, l’edilizia scolastica, la salute psicologica, il diritto allo studio, fino a rimarcare uno dei grandi progetti che ha visto coinvolta la Rete degli Studenti Medi del Veneto in questo periodo: la Carta dei Diritti degli Studenti e delle Studentesse in Dad).

«Serve coraggio, responsabilità e volontà politica di operare in un certo modo - dichiara Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto - noi, come associazione, siamo aperti al confronto e a proposte concrete: ne abbiamo parlato, nelle nostre assemblee e proteste online, e abbiamo delineato, dalle voci e dalle opinioni di ragazzi e ragazze da tutto il Veneto, il profilo di quella che dovrebbe costituire la nostra quotidianità scolastica. Ne parliamo a fondo nel nostro progetto “Libretto d'istruzione”, che si prefigge lo scopo di narrare a più riprese uno scenario diverso e necessario. Ridiscutere e ripensare gli spazi, le modalità e gli orari della scuola vuol dire parlare di vera ripartenza, lavorando dunque su un binario diverso da quello scelto e portato avanti dai politici fino ad oggi. In questa lettera, che speriamo venga ben accolta dalla Regione, abbiamo iniziato a porre le basi per un progetto di proposte e critiche che delinei un’idea e progetto lungimirante, che non si fermi a soluzioni palliative come i banchi con le rotelle. Serve assolutamente che la nostra voce venga ascoltata, un tavolo di confronto tra studenti e chi si occupa di scuola e diritto allo studio in Veneto!».

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