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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Profughi libici, per Genty l'emergenza è finita: "Tornino a casa"

Acceso il commento di Giancarlo Gentilini alla notizia dello sciopero della fame attuato da alcuni profughi a Susegana. Per lo "Sceriffo" l'emergenza è finita e gli "ospiti" devono tornare a casa

Non è bastato festeggiare "fare la pace" con Abdallah Kherzaij per cambiare idea sugli immigrati allo "Sceriffo" Giancarlo Gentilini. Venuto a conoscenza dello sciopero della fame attuato da un gruppo di profughi libici a Susegana, Genty è andato su tutte le furie.

Tutti i profughi, compresi i rifugiati libici, "vanno mandati a casa senza distinzione": questa la sentenza del prosindaco di Treviso, pronto a ricandidarsi come primo cittadino.

"Sgomberiamo subito il campo da cortine fumogene basate sulla tolleranza, sulla solidarietà e sul permissivismo - ha tuonato Gentilini - La guerra in Libia è terminata da un pezzo e quindi questi 'profughi' dovevano rientrare nei loro Paesi di origine perché il pericolo è cessato".

La reazione del prosindaco leghista è stata provocata dalla notizia della protesta, a Susegana, di un gruppo di nordafricani per poter continuare ad usufrire del servizio mensa, garantito dal Centro di ristorazione collettiva nell'albergo in cui alloggiano, anziché del cibo portato direttamente nelle loro stanze. Il servizio era stato sospeso in seguito ad alcuni danni e furti avvenuti nella sala ristorante della struttura e per sedare gli animi dei profughi è dovuta intervenire la Polizia. 

A indignare Gentilini è anche il fatto che gli immigrati "percepiscono 50 euro al giorno per il mantenimento, mentre la stragrande maggioranza dei pensionati è titolare di pensioni che non arrivano a 500 euro al mese". Per lo "Sceriffo" i profughi "sono stati ospitati su falsi presupposti, quindi se ne debbono andare".

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