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Lega trevigiana, Giorgio Granello tra tradizione e innovazione

Il neoeletto segretario provinciale delle Lega, Giorgio Granello, parla del futuro del partito: più partecipazione dal basso, un pensiero "orizzontale", fedele sì alle radici, ma senza sacrificare l'innovazione

Non vuole essere etichettato come "bossiano" o "maroniano" il nuovo segretario provinciale della Lega Nord. All'indomani dell'elezione, Giorgio Granello spiega le proprie posizioni.

"Finora i militanti della base sono stati utilizzati solo per appendere manifesti e correre sotto elezioni - ha dichiarato il successore di Gianantonio Da Re - Da oggi per me il ventenne o il parlamentare sono pari".

"Fino ad oggi il sentimento dei militanti era mediato dai suoi rappresentanti - ha continuato Granello - ma ora c'è bisogno di un pensiero dal basso e orizzontale, quotidiano. Dobbiamo mettere tutti i nostri iscritti e simpatizzanti nella condizione di esprimere sempre ciò che pensano".

Un cambiamento che, secondo il nuovo segretario, deve avvenire "in tutte le sedi della Lega". Per esempio "al quartier generale di Treviso del 'K3'". "Non è più pensabile che il militante possa andarci una volta la settimana - ha dichiarato Granello - mentre per il resto del tempo si incontrano solo gli esponenti con cariche politiche e istituzionali. Vorrei che tutti i giorni gli iscritti trovassero le porte aperte per confrontarsi e parlare".

Il nuovo segretario reclama, quindi, una rotazione di priorità nell'azione del partito: "Va bene il 'padroni a casa nostra', va bene l'impegno sulla sicurezza. Ma adesso - ha aggiunto il neosegretario - ci sono emergenze economiche e lavorative che esigono il massimo ascolto, il problema vero è quello di dar da mangiare alle famiglie".

E per quanto concerne la posizione che, in questo contesto, dovranno avere gli storici militanti che si ispirano alla linea Bossi-Gobbo, Granello usa una metafora: "è come parlare dei genitori. Sono importantissimi ma ad un certo punto i figli prendono la loro strada".

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