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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Grave di Ciano: ecco la “lettera aperta” a tutti i politici del Veneto

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Come "Comitato per la tutela delle Grave di Ciano" e a nome e per conto del "Comitato per la tutela del Nostro Piave" e del neo costituendo "Comitato Piave, Fiume vivo", comitati di cui fanno parte e/o a cui si affiancano quasi tutte le Associazioni Ambientalistiche del medio trevigiano, espressione di un territorio di quasi 200.000 abitanti, siamo profondamente amareggiati dal fatto che, salvo qualche rara e ammirevole eccezione, da noi apprezzatissima, nessun esponente politico abbia preso una posizione pubblica a tutela di questo territorio, e specificatamente delle Grave di Ciano, bene comune e quindi patrimonio di tutta la comunità Veneta. I cittadini hanno bisogno di sapere chi è disposto a lottare per la tutela di questo sito, e per una oculata gestione del territorio compatibile con le emergenze ambientali, così come sancito anche dalle normative. Abbiamo pertanto contattato via mail tutti i rappresentanti politici in carica (Regione, Parlamento Italiano e Parlamento Europeo) ed eletti in Veneto affinché prendano posizione in merito alle intenzioni della Giunta Regionale, presieduta dal Presidente Luca Zaia e dall’Assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, di dare il via ad un’opera che comporterà lo scempio di un'area così vasta e di indiscusso pregio. La realizzazione di casse di espansione nell'alveo del Piave comporterà la distruzione di oltre 550 ettari di un territorio di grande valore ambientale e per questo tutelato da Rete Natura 2000 come ZSC e ZPS, la massima tutela ambientale europea.

Senza considerare le ricadute negative sul territorio limitrofo del Montello, anch'esso Rete Natura 2000, noto, per la sua caratteristica di collina carsica. Alla lettera abbiamo allegato ampia documentazione ufficiale a supporto di queste nostre dichiarazioni. Abbiamo inoltre denunciato che tutto il tratto del Medio Piave da Pederobba-Vidor a San Biagio di Callalta-Negrisia di Ponte di Piave, è stato manomesso da continue escavazioni autorizzate in deroga (L. R. n° 45 / 2019), senza un piano organico di sistemazione idromorfologica redatto ed approvato dal Genio Civile di Treviso, con gravi processi di canalizzazione e conseguenti effetti di erosione sia di fondo che sulle rive tanto da provocare una pericolosa aggressività delle correnti fluviali. Per questo è urgente si proceda alla redazione e alla realizzazione di un progetto di ripristino funzionale idromorfologico di tutta l'area delle Grave di Papadopoli e delle Grave di Negrisia ( in entrambe siamo in aree S.I.C. e Z.P.S. - RETE NATURA 2000 ) vere e proprie secolari aree di espansione naturale delle piene stagionali della Piave ripristinando, a favore del Fiume, sia zone demaniali golenali che proprietà private occupate da impianti produttivi e monocolture a vigneto, spesso fino alla riva dell'alveo attivo, questo per ridare spazio ai rami intrecciati e alle isole di grava sacrificati agli egoismi di interessi privati.

Confidiamo in una risposta da parte di chi ci rappresenta e in una presa di posizione forte in difesa del nostro territorio, patrimonio di tutti e che oltre al suo valore intrinseco, essendo corridoio ecologico ormai unico in tutto il Veneto, permette interscambio di biodiversità tra le zone montane e la pianura veneta, svolgendo quindi un ruolo fondamentale. Come Comitati daremo conto, in tutte le sedi, ai cittadini perché è giusto sappiano se i rappresentati eletti esprimeranno una chiara volontà a tutela del nostro territorio e quindi del nostro futuro.

Franco Nicoletti Presidente del Comitato per la tutela delle Grave di Ciano Per nome e per conto di: "Comitato per la tutela del Nostro Piave" e del neo costituendo "Comitato Piave, Fiume vivo"

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