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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Crocetta del Montello

Grave di Ciano, Zanoni replica a Bottacin: «Pensi alle responsabilità della sua Giunta»

Il consigliere regionale del PD: «L’assessore Bottacin non trova niente di meglio che attaccare dei consiglieri di opposizione invece di ammettere le responsabilità della Regione»

«Con il Veneto devastato dal maltempo l’assessore Bottacin non trova niente di meglio che attaccare dei consiglieri di opposizione invece di ammettere le responsabilità della Regione. Perché non dice niente su quanto sia stata disastrosa la politica di Zaia e delle sue Giunte sul consumo di suolo? Hanno cementificato, impermeabilizzato e disboscato il Veneto in ogni dove e la natura presenta il conto». Così Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, replica all’attacco dell’assessore all’Ambiente per quanto riguarda il bacino sul Piave alle Grave di Ciano.

«Per salvaguardare il territorio non servono grandi opere, ma interventi diversificati. Lì stiamo parlando di un progetto faraonico in un sito naturalistico unico nel suo genere e tutelato dalle Direttive Habitat, Uccelli e Acque dell’Unione Europea e che andrebbe a distruggere ogni forma di vita animale e vegetale: quattro casse contigue per una superficie di 555 ettari, muraglioni alti fino a otto metri, con fondazioni profonde quattro, per una lunghezza complessiva di 13,5 chilometri, asportazione di circa venti milioni di metri cubi di ghiaia e di tutto lo strato superficiale dell’area per uno spessore di circa quattro metri. Noi siamo d’accordo con il ministro Costa e sosteniamo il ‘contratto di fiume’ osteggiato da Bottacin: queste sono opere che durano per sempre, meglio farle nel posto giusto, evitando così di aggiungere disastri a disastri. Le casse di Ciano, invece, peggiorano la situazione, è come tagliare il ramo dell'albero dove si è seduti. Purtroppo - aggiunge, attaccando - paghiamo il grave errore di Zaia responsabile del conflitto di interessi di fatto in seno alla Giunta, con Bottacin che ricopre il doppio ruolo di assessore alla Protezione civile e all’Ambiente, le cui esigenze sono destinate a soccombere. Questo referato andava diviso, non assegnato in blocco alla stessa persona, soprattutto nel caso di Bottacin che si è dimostrato totalmente insensibile ai temi della tutela ambientale e del consumo di suolo».

«Se vogliamo davvero difendere il territorio ed evitare di trovarci ogni volta a fare la conta dei danni, è necessario invertire seriamente la rotta. Serve un piano per portare fuori dalle golene le famiglie che vi abitano, per migliorare i deflussi delle acque nei centri città, fare opere diffuse, mantuenzionare fossi e canali. Evitando scempi come quello sul Piave a Cimadolmo, dove, al posto di pulire gli alberi schiantati, si sono tagliate piante secolari che garantivano stabilità alle sponde e argini, indispensabili per proteggere i residenti, come nel caso del ristorante alle Botti. Ma soprattutto dobbiamo smetterla di cementificare ovunque: in Veneto ci sono 500mila case sfitte e 11mila capannoni vuoti, non c’è bisogno di costruire ancora, bensì di recuperare - ribadisce l’esponente trevigiano del PD - In vista del prossimo bilancio stiamo predisponendo diversi emendamenti per tutelare il suolo, bloccare la cementificazione selvaggia, recuperare case e capannoni vuoti. Bottacin anziché polemizzare inutilmente, mostri buon senso e li faccia approvare».

La controrisposta dell'assessore Bottacin

«Oltre a smentire i suoi colleghi di governo e di partito come Letta, Renzi e Gentiloni, che hanno approvato in tre fasi diverse l’intervento delle Grave di Ciano e finanziato pure la progettazione, il consigliere Zanoni smentisce un’opera approvata anche dai tecnici dell’Autorità di Bacino e che nel tempo ha trovato anche il sostegno di ben quattro docenti di tre Università diverse. Prendiamo atto, quindi, che è lui a non volere l’intervento». Così l’assessore Gianpaolo Bottacin replica al consigliere regionale del PD Andrea Zanoni, che sta conducendo un attacco politico sul tema degli interventi previsti dalla Regione sul medio basso corso del Piave.

Prosegue Bottacin: «Nelle affermazioni del Consigliere sembra esservi totale ignoranza in campo idraulico, mixata a una certa crisi di identità politica. È cosa nota, infatti, il favore dei governi presieduti da esponenti del suo partito nei confronti dell’opera, ma anche di qualche suo collega consigliere regionale oltre che di vari sindaci rivieraschi del suo stesso schieramento; o sono tutti pazzi o talune convergenze, se non altro nei numeri, dovrebbero pur dir qualcosa».

«Ma c’è ignoranza anche in materia di Protezione Civile – aggiunge l’Assessore - Non esiste infatti nessun conflitto di interesse, come invece lui afferma, tra le deleghe in materia di Protezione Civile e Ambiente. Anzi, sono materie che devono utilmente essere collegate in quanto la Protezione Civile è innanzitutto prevenzione e richiede di investire su opere di difesa del suolo. In tal senso a Zanoni andrebbe spiegato che l’idraulica segue le leggi della fisica e non le simpatie politiche o le convinzioni di taluni».

«Personalmente sono disponibile a discutere su tutto, compreso sulle diverse opzioni al progetto proposto – conclude Bottacin –; opzioni che però devono poggiare su alternative tecnicamente sostenibili non sul qualunquismo zanoniano, totalmente inefficace a dar risposte pratiche al problema e utile solo a palesare la contrarietà all’opera. Diversamente, ci troviamo di fronte ad ostacoli posti semplicemente per ostacolare la realizzazione dell'intervento, di cui, chi li pone, deve anche assumersi la responsabilità delle conseguenze che ulteriori ritardi possono comportare».

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