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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Borso del Grappa

Tar ferma impianto a biomasse di Borso, Baggio soddisfatto

Il Tar del Veneto ha respinto il ricorso presentato dalle aziende costruttrici e bloccato l'impianto a biomasse di Borso del Grappa

Il Tar del Veneto ha deciso di fermare l’impianto a biomasse di Borso del Grappa, respingendo così il ricorso presentato dalle aziende costruttrici contro Comune, Regione e Provincia.

BAGGIO SODDISFATTO - Soddisfatto Luca Baggio, consigliere regionale e presidente della commissione Attività produttive: "Il pronunciamento del giudice amministrativo – dichiara in una nota – mette la parola fine a tre anni di iter per costruire un impianto ad olio di palma a Borso e dà ragione all'opposizione della passata amministrazione guidata dal sindaco Fabbian, oltre che a tutte le azioni da me intraprese in Regione per bloccare queste iniziative di privati a danno del territorio".

LA BATTAGLIA - Nel 2009 il Comune di Borso aveva ricevuto delle domande, alle quali Baggio aveva fatto seguire una battaglia politica e legislativa contro il “frazionamento” dell’autorizzazione che avrebbe consentito di aggirare i limiti di potenza stabiliti dalla legislazione regionale.

"Come giustamente intuito dal Comune di Borso, le quattro richieste di DIA (dichiarazione inizio lavori, ndr.) presentate dalle quattro aziende in questione – ha sottolineato Basso – nascondevano in realtà un unico impianto a biomassa, senza interesse pubblico, e peraltro costruito in un'area definita dal Ptcp della Provincia come un 'corridoio ecologico'”.

“Lo stop imposto dal Tar – ha continuato Baggio – riconosce la giustezza delle eccezioni mosse dall'amministrazione Fabbian a quell'impianto, contrastato fin dall'inizio perché superiore ai limiti di legge di un megawatt".

PRECAUZIONI - Per evitare il ripresentarsi di episodi analoghi in altre realtà del territorio, Baggio ha presentato e fatto approvare in Consiglio regionale una legge che regolamenta la produzione di energia da impianti a biomassa, biogas o fonti rinnovabili, specificando che quando ci sono impianti tra loro contigui, pur restando ognuno di essi al di sotto della soglia di 1 megawatt e pur in presenza di autorizzazione comunale, si debba considerare come un'unica struttura.

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