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Zanoni: «Ancora lavoro nero nelle aziende agricole: servono più controlli»

Il consigliere regionale del Partito Democratico commenta il resoconto dei controlli congiunti dei carabinieri del Gruppo Tutela lavoro di Venezia e dal Comando provinciale di Treviso

«Grazie a carabinieri e Ispettorato del lavoro: l’impiego di manodopera a nero si conferma una piaga difficile da estirpare; un fenomeno che non si arresta neanche nel mezzo di una pandemia. Anzi, con la crisi economica conseguente, chi è in difficoltà è ancora più ricattabile».  Il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni commenta il resoconto dei controlli congiunti dei carabinieri del Gruppo Tutela lavoro di Venezia e dal Comando provinciale di Treviso insieme all’Ispettorato territoriale del lavoro della Marca, con la scoperta di 14 operai in nero impegnati nella potatura delle viti in tre aziende agricole di Motta di Livenza, sospese perché la percentuale di ‘irregolari’  superava il 20% della manodopera totale.  “Controlli del genere dovrebbero essere più frequenti in una provincia dove lavoro nero e caporalato sono in aumento e dove nel 2019 ci sono state 13 morti bianche. Purtroppo è molto difficile, vista la cronica carenza di personale lamentata dagli uffici. La Regione dovrebbe intervenire per rafforzare gli organici da un lato e dall’altro revocando gli eventuali contributi elargiti alle aziende che impiegano operai non in regola». 

«Il sommerso - aggiunge il presidente della Quarta commissione consiliare a Palazzo Ferro Fini - rappresenta un grosso danno al tessuto economico sano del territorio. Le conseguenze dell’evasione fiscale e contributiva si scaricano poi sulla collettività e l’Italia sotto questo punto di vista è la maglia nera dell’Unione Europea, ben 110 miliardi l’anno».

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